In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra.
Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».
La Scrittura Santa e in essa tutto il Vangelo è una composizione armonica perfetta di verità. Insieme stanno è insieme cadono. Quando si esegue una sinfonia, una sola nota non correttamente suonata, se viene spostata anche di mezzo tono, o solo allungata o accorciata, guasta quel solo passaggio ma poi tutto il resto rimane sinfonia. Con il Vangelo questo non sarà possibile. Si toglie una sola verità e tutta la divina rivelazione in esso contenuta viene guastata. Alcuni esempi possono aiutarci o favorire la comprensione di quanto stiamo dicendo.
Non vi è altro nome sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati se non nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno. Se noi affermiamo che per andare a Dio tutte le vie sono uguali, tutte le altre verità del Vangelo cadono. Che senso ha mantenere in piedi la Chiesa? Che valore hanno i sacramenti in essa? A che serve tutta la struttura della sacralità e della religione? Tutte le vie sono buone, tutte danno salvezza e redenzione.
Molti oggi asseriscono che il Paradiso è per tutti e che non c’è alcun giudizio. Se il Paradiso è per tutti, senza giudizio, senza tener conto del bene e del male, della malvagità e della bontà, del peccato e della grazia, della luce e delle tenebre, a che serve il Vangelo? A che servono tutti i severi ammonimenti di Gesù perché non andiamo a finire in quel luogo di perdizione eterna che è la perdita di Dio e della sua gioia? Perché morire martiri per Cristo? O perché obbligarsi all’osservanza delle Beatitudini e dei Comandamenti?
Perché sottoporsi ad ogni esercizio per eliminare i vizi dal nostro corpo e acquisire le virtù? Giova parlare ancora di bene, di male, di legge naturale, di principi non negoziabili, di diritti veri e di diritti falsi? Ognuno può vivere come gli pare, tanto alla fine saremo tutti collocati nella luce eterna. Una sola verità cancellata e tutto il Vangelo, tutta la Scrittura sono cancellati. Quale profitto ha attenersi alle regole della liturgia, se essa non ha alcun valore di vita eterna?
Si dice che tra un battezzato e un non battezzato è la stessa cosa. Questo significa dichiarare nulli tutti i sacramenti della salvezza: cresima, penitenza, eucaristia, ordine sacro, matrimonio, unzione degli inferni. Significa che tra un papa e un non papa è la stessa cosa. Così pure tra un vescovo e un non vescovo, un presbitero e un non presbitero, un cresimato e un non cresimato, tra chi riceve il pendono dei peccati e chi non lo riceve, tra uno che viene unto con l’olio degli infermi per avere la forza per vivere e offrire la malattia o la sofferenza e chi invece pratica l’eutanasia per uscire dal dolore.
Se i sacramenti vengono negati, a nulla serve la Chiesa, perché essa è il corpo di Cristo per vivere tutta la missione di Cristo. Prima di negare una verità della Scrittura o del Vangelo in particolare è necessario mettere in evidenza tutte le conseguenze che una tale negazione genera. Tutti devono sapere che se si nega una sola verità, le altre non stanno in piedi, vengono negate con essa.
Gesù ci invita a stare attenti a noi stessi, perché i nostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezza e affanni della vita e che quel giorno non ci piombi addosso all’improvviso. Perché questo severo ammonimento? Perché con la morte viene il giudizio. Ognuno si presenterà dinanzi al tribunale di Cristo Gesù e a Lui dovrà rendere conto di ogni opera compiuta mentre era nel corpo sia in bene che in male. Nulla resterà nascosto di quanto noi abbiamo fatto. In base alle nostre opere riceveremo il premio o il castigo eterno. Se non ci fosse il castigo eterno, queste parole di Gesù sarebbero vane. A nulla servirebbe vegliare o stare attenti. Il giudizio è eterno e inappellabile. È questo il motivo per cui dobbiamo vegliare: per non finire nell’inferno.
Commento a cura del Movimento Apostolico
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