Verbum Domini

Vangelo 11 Aprile 2019. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno.

Gv 8,51-59
Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno.

In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «In verità, in verità io vi dico: “Se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno”». Gli dissero allora i Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno”. Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?».


Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”, e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia».

Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono».


Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.

Lo vide e fu pieno di gioia

Tutta la Scrittura Antica guarda verso Cristo, cammina verso di Lui, Lui attende, su di Lui fonda la sua vera speranza. Abramo è in marcia verso un futuro preparato da Dio per lui. Questa è la sua fede. Essa però non parla esplicitamente di visioni sul futuro di Dio attraverso le quali viene rivelato ad Abramo la venuta nella storia di Cristo Gesù. Abramo però è tutto rivolto verso la benedizione che sarebbe venuta da Lui.

Per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava. Per fede, egli soggiornò nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. Egli aspettava infatti la città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso. Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell’età, ricevette la possibilità di diventare madre, perché ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si può contare.

Nella fede morirono tutti costoro, senza aver ottenuto i beni promessi, ma li videro e li salutarono solo da lontano, dichiarando di essere stranieri e pellegrini sulla terra. Chi parla così, mostra di essere alla ricerca di una patria. Se avessero pensato a quella da cui erano usciti, avrebbero avuto la possibilità di ritornarvi; ora invece essi aspirano a una patria migliore, cioè a quella celeste. Per questo Dio non si vergogna di essere chiamato loro Dio. Ha preparato infatti per loro una città. Per fede, Abramo, messo alla prova, offrì Isacco, e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unigenito figlio, del quale era stato detto: Mediante Isacco avrai una tua discendenza. Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe anche come simbolo (Eb 11,8-19).


Di Mosè invece viene chiaramente affermato che lui camminava verso il futuro come se vedesse l’invisibile e l’invisibile è Cristo che viene a dare al suo popolo la libertà che nasce dalla sua Parola e dallo Spirito Santo che crea l’uomo nuovo, dal cuore nuovo.

Per fede, Mosè, appena nato, fu tenuto nascosto per tre mesi dai suoi genitori, perché videro che il bambino era bello; e non ebbero paura dell’editto del re. Per fede, Mosè, divenuto adulto, rifiutò di essere chiamato figlio della figlia del faraone, preferendo essere maltrattato con il popolo di Dio piuttosto che godere momentaneamente del peccato. Egli stimava ricchezza maggiore dei tesori d’Egitto l’essere disprezzato per Cristo; aveva infatti lo sguardo fisso sulla ricompensa. Per fede, egli lasciò l’Egitto, senza temere l’ira del re; infatti rimase saldo, come se vedesse l’invisibile (Eb 11,23-27).

Gesù rivela ai Giudei che se loro fossero veri figli di Abramo dovrebbero gioire più che il loro padre. Questi in visione contemplò la discendenza promessa e fu pieno di gioia. Essi la discendenza di Abramo la vedono, l’ascoltano, è in mezzo a loro fisicamente, e cosa pensano? Come toglierla di mezzo. Essi hanno un solo obiettivo: uccidere la vera discendenza nella quale è la loro benedizione e la benedizione del mondo.
Gesù lo rivela con pienezza di verità ai Giudei. È Lui la benedizione di Abramo. Se essi credono in Lui, entrano nella benedizione, non conosceranno la morte. Non credono in Lui, restano nella maledizione del peccato, andranno incontro alla morte eterna.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, aiutateci a credere in Cristo.

Commento a cura del Movimento Apostolico

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