Passò tutta la notte pregando e scelse dodici ai quali diede anche il nome di apostoli
In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore. Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante.
C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.
Mosè è stanco. Non riesce più a portare da solo sulle spalle i figli di Israele. Il Signore gli viene in soccorso. Gli pone accanto altri settanta uomini che condividano assieme a lui tutto il giogo del popolo nel suo viaggio verso la terra promessa. La storia va sempre redenta, salvata. Il Signore è il perenne Salvatore e Redentore di essa.
Mosè udì il popolo che piangeva in tutte le famiglie, ognuno all’ingresso della propria tenda; l’ira del Signore si accese e la cosa dispiacque agli occhi di Mosè. Mosè disse al Signore: «Perché hai fatto del male al tuo servo? Perché non ho trovato grazia ai tuoi occhi, al punto di impormi il peso di tutto questo popolo? L’ho forse concepito io tutto questo popolo? O l’ho forse messo al mondo io perché tu mi dica: “Portalo in grembo”, come la nutrice porta il lattante, fino al suolo che tu hai promesso con giuramento ai suoi padri? Da dove prenderò la carne da dare a tutto questo popolo? Essi infatti si lamentano dietro a me, dicendo: “Dacci da mangiare carne!”. Non posso io da solo portare il peso di tutto questo popolo; è troppo pesante per me. Se mi devi trattare così, fammi morire piuttosto, fammi morire, se ho trovato grazia ai tuoi occhi; che io non veda più la mia sventura!». Il Signore disse a Mosè: «Radunami settanta uomini tra gli anziani d’Israele, conosciuti da te come anziani del popolo e come loro scribi, conducili alla tenda del convegno; vi si presentino con te. Io scenderò e lì parlerò con te; toglierò dello spirito che è su di te e lo porrò su di loro, e porteranno insieme a te il carico del popolo e tu non lo porterai più da solo.
Mosè dunque uscì e riferì al popolo le parole del Signore; radunò settanta uomini tra gli anziani del popolo e li fece stare intorno alla tenda. Allora il Signore scese nella nube e gli parlò: tolse parte dello spirito che era su di lui e lo pose sopra i settanta uomini anziani; quando lo spirito si fu posato su di loro, quelli profetizzarono, ma non lo fecero più in seguito. Ma erano rimasti due uomini nell’accampamento, uno chiamato Eldad e l’altro Medad. E lo spirito si posò su di loro; erano fra gli iscritti, ma non erano usciti per andare alla tenda. Si misero a profetizzare nell’accampamento. Un giovane corse ad annunciarlo a Mosè e disse: «Eldad e Medad profetizzano nell’accampamento». Giosuè, figlio di Nun, servitore di Mosè fin dalla sua adolescenza, prese la parola e disse: «Mosè, mio signore, impediscili!». Ma Mosè gli disse: «Sei tu geloso per me? Fossero tutti profeti nel popolo del Signore e volesse il Signore porre su di loro il suo spirito!». E Mosè si ritirò nell’accampamento, insieme con gli anziani d’Israele (Cfr. Num 11,1-35).
Gesù non è stanco. Lui è il Forte, è il Signore. Lui deve manifestare tutto l’amore del Padre sino alla fine. Sappiamo che Lui amò fino al versamento dell’ultima goccia di sangue. Gesù è però sapiente, infinitamente sapiente, divinamente saggio, accorto, intelligente. Lui sa che il mondo è vasto, vastissimo. Sa che la storia è lunga, lunghissima. Sa che Lui deve salvare il mondo intero e che la sua permanenza nel suo corpo di carne è breve, brevissima. In una lunga notte di preghiera, consulta il Padre il quale gli indica le persone da associare al suo ministero. Ciò che in Mosè è frutto di amarezza, in Gesù è frutto di sapienza, saggezza, intelligenza nello Spirito Santo.
Avessimo noi almeno l’amarezza e la stanchezza di Mosè assieme alla sua consapevolezza che il mondo necessità di vere guide! Il Signore subito interverrebbe per darci degli aiuti efficaci per lo svolgimento della nostra missione. Invece spesso si è apatici, abulici, senza alcuno spessore spirituale. È la morte della nostra missione.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, risuscitateci nella missione.
Commento a cura del Movimento Apostolico
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