Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori.
In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Nessuno si meraviglia o si scandalizza se vede un medico in un reparto di ospedale oppure curvo vicino al letto di un ammalato mente gli fascia le ferite. Così dicasi di un professore fra i banchi di una scuola o il grande luminare seduto alla cattedra della sua prestigiosa Università. Perché allora ci si scandalizza di Gesù tutto intento a curare i malati dell’anima, dello spirito, del cuore? Perché un medico non viene accusato di essere connivente con i suoi pazienti e Gesù lo si dipinge come un grande peccatore?
Questo avviene perché si è ignoranti di Dio, non si conosce chi è il Signore. Non si sa qual è il suo ufficio, la sua opera sulla nostra terra. La sua professione sommamente è nobile. Il profeta Ezechiele ce la descrive con parole che toccano il cuore.
Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Figlio dell’uomo, fa’ conoscere a Gerusalemme tutti i suoi abomini. Dirai loro: Così dice il Signore Dio a Gerusalemme: Tu sei, per origine e nascita, del paese dei Cananei; tuo padre era un Amorreo e tua madre un’Ittita. Alla tua nascita, quando fosti partorita, non ti fu tagliato il cordone ombelicale e non fosti lavata con l’acqua per purificarti; non ti fecero le frizioni di sale né fosti avvolta in fasce.
Occhio pietoso non si volse verso di te per farti una sola di queste cose e non ebbe compassione nei tuoi confronti, ma come oggetto ripugnante, il giorno della tua nascita, fosti gettata via in piena campagna. Passai vicino a te, ti vidi mentre ti dibattevi nel sangue e ti dissi: Vivi nel tuo sangue e cresci come l’erba del campo. Crescesti, ti facesti grande e giungesti al fiore della giovinezza. Il tuo petto divenne fiorente ed eri giunta ormai alla pubertà, ma eri nuda e scoperta. Passai vicino a te e ti vidi. Ecco: la tua età era l’età dell’amore. Io stesi il lembo del mio mantello su di te e coprii la tua nudità.
Ti feci un giuramento e strinsi alleanza con te – oracolo del Signore Dio – e divenisti mia. Ti lavai con acqua, ti ripulii del sangue e ti unsi con olio. Ti vestii di ricami, ti calzai di pelle di tasso, ti cinsi il capo di bisso e ti ricoprii di stoffa preziosa. Ti adornai di gioielli. Ti misi braccialetti ai polsi e una collana al collo; misi al tuo naso un anello, orecchini agli orecchi e una splendida corona sul tuo capo. Così fosti adorna d’oro e d’argento. Le tue vesti erano di bisso, di stoffa preziosa e ricami. Fior di farina e miele e olio furono il tuo cibo. Divenisti sempre più bella e giungesti fino ad essere regina. La tua fama si diffuse fra le genti. La tua bellezza era perfetta. Ti avevo reso uno splendore. Oracolo del Signore Dio (Ez 16,1-14).
Questa è la professione di Dio: prendere un uomo immerso nel sangue del suo peccato ed elevarlo ad una dignità divina, facendolo suo figlio adottivo e rivestendolo della sua stessa natura. È una professione nobile, altissima. Egli viene per fare di ogni uomo uno splendore. La professione del Padre è professione del Figlio. Gesù lava il peccato del mondo nel suo sangue. Battezza ogni uomo nello Spirito Santo, facendolo figlio adottivo del Padre. Gesù inizia ad esercitare la sua professione e gli scribi si scandalizzano, mormorano, lo accusano presso i suoi discepoli.
I peccatori comprendono invece ciò che Gesù sta facendo per loro. Vanno da Lui proprio per essere lavati, purificati, rinnovati, per essere messi in condizione di poter dare alla loro vita una nuova dimensione: quella della vera santità. Non si sentono giudicati da Gesù, ma sanati, guariti, mondati, lavati da ogni loro sporcizia spirituale. Nasce nel loro cuore la vera speranza. Non sono più soli, dei lebbrosi spirituali. Hanno trovato un cuore che li ama, li cura, li custodisce, li salva. Questo è il vero Dio, che gli scribi non conoscono. Né potranno mai conoscerlo, perché il loro cuore è nel carcere della più grande ignoranza sempre alimentata dal vento gagliardo della presunzione e dell’arroganza di essere i soli giusti della terra. Il Signore ci liberi da tanto peccato.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci buoni medici spirituali.
Commento a cura del Movimento Apostolico
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