In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:
«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione.
Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.
Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».
Gesù chiama malvagia la sua generazione. Il motivo di una così grande accusa è senz’altro la loro non volontà di aprirsi alla fede nella sua parola, nonostante i molti segni di verità già dati loro. Essi pretendono, anzi esigono da Lui un segno così grande da annullare ogni loro dubbio e incertezza, dimenticando però che la fede nasce dalla Parola, non dal segno. Si ascolta la Parola, si vede subito la verità in essa contenuta, la si accoglie come verità della propria vita. Tra una parola meno buona e una parola più buona, sempre si deve accogliere quella più buona. Mai la fede è nel segno. Essa è sempre nella Parola. Il segno può aiutare la fede, ma non può sostituirsi mai alla Parola. La conversione infatti non è al segno ma alla Parola del Signore.
Giona, mandato da Dio a Ninive ad annunciare che la città aveva appena quaranta giorni di tempo per convertirsi, prima di essere distrutta, subito vestì il sacco, fece penitenza, smise di fare il male finora fatto. Fu perdonata. Non fu distrutta. Eppure il profeta aveva detto pochissime parole: Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta. Gli abitanti non chiesero segni all’inviato del Signore. Esaminarono la loro condotta, videro il male delle loro azioni, ritornarono nel bene, smisero di offendere il Signore. La Parola del Signore parla al cuore. Il cuore vede male e falsità che vi sono in esso. Decide di purificarsi da ciò che dispiace al Signore e ciò che dispiace è rivelato dalla Parola annunziata. La generazione è malvagia perché il suo cuore è di pietra. Non solo. È anche incancrenito nel male. Non riesce più né a vedere, né a pensare il bene.
Anche la regina del Sud si mosse dal suo lontano paese e venne da Salomone solo per ascoltare la sua sapienza. Non ricevette dal re alcun miracolo, alcun segno, ma solo parole di luce e di verità. Per questo sia Ninive che la regina del Sud saranno gli accusatori presso Dio contro questa generazione nel giorno del giudizio. Essi hanno creduto senza alcun segno. Questa generazione pur avendo visto segni in grande quantità, si è chiusa nel suo orgoglio di peccato e nella sua immorale superbia.
Altra verità da aggiungere vuole che la Parola di Gesù sia differente di ogni altra parola finora risuonata nella storia. Essa è piena di Spirito Santo ed è sufficiente anche uno spiraglio nel cuore quanto la cruna di un ago perché essa entri e metta in subbuglio una vita. Gesù alla Samaritana disse una semplice parola e la Donna si trasformò in sua missionaria in un istante.
Se dinanzi alla Parola proferita da Gesù non si crede, allora è segno che il cuore è imprigionato nel peccato, nella malvagità, nella cattiveria.
Gesù è più grande di Giona e più grande di Salomone, non solo in ragione della sua divinità, ma anche per la potenza dello Spirito Santo con la quale Lui sempre opera. Se la Madre sua si reca nella casa di Zaccaria e solo con il suono della sua voce versa su Elisabetta e su Giovanni ancora nel seno lo Spirito Santo, immaginiamo con quale potenza non parlasse Gesù. Il suo Spirito squarciava i cuori, li rinnovava, li attraeva a Lui, sempre però che vi fosse anche una piccolissima fessura per entrare in essi.
Dai cuori ostinati e perversi, malvagi e cattivi non solo veniva respinto, alla Parola di Gesù si opponevano con cieca volontà di soppressione. La Parola è data. Nel giudizio dopo la morte ognuno dovrà rendere conto al Giudice Eterno della sua accoglienza e della sua non accoglienza. La non accoglienza produce il frutto della perdizione per sempre.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci ascoltatori della Parola.
Commento a cura del Movimento Apostolico
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