In quel tempo, Gesù disse alle folle:
«A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano:
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”.
È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”.
Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».
Per conoscere la sapienza che è negli altri è necessario che essa abiti in noi. La sapienza che è in noi sempre conoscerà la sapienza che è negli altri. Questa regola vale anche per lo Spirito Santo, il Padre, Cristo Signore. Il Padre, lo Spirito, Cristo che sono veri in noi sempre conosceranno se il Padre, Cristo, lo Spirito sono confessati negli altri secondo verità o falsità.
Chi è privo dello Spirito, del Padre, di Cristo nella loro purezza di verità mai potrà conoscere il Padre, lo Spirito, Cristo Gesù che sono fuori di lui, dinanzi a lui, nella purezza della loro verità. Chi è vero tempio di Dio sempre saprà chi dinanzi a Lui è vero tempio di Dio. Oppure chi non è vero tempio di Dio, manca della divina luce con la quale solamente potrà sapere chi è tempio vero di Dio. La generazione di Gesù non solo non conosce chi è Giovanni e chi è Cristo Signore, neanche vuole conoscerli. Fa di tutto per non conoscerli. Si tratta naturalmente di una non conoscenza colpevole, perché frutto di cattiva volontà e di scienza perversa.
La Scrittura Santa, dopo averci rivelato tutte le qualità che sono nella sapienza, ci ammaestra dicendoci che nulla si conosce senza la sapienza del Signore. Sappiamo che il nostro Dio sempre la concede a coloro che la chiedono con cuore puro e umile.
In lei c’è uno spirito intelligente, santo, unico, molteplice, sottile, agile, penetrante, senza macchia, schietto, inoffensivo, amante del bene, pronto, libero, benefico, amico dell’uomo, stabile, sicuro, tranquillo, che può tutto e tutto controlla, che penetra attraverso tutti gli spiriti intelligenti, puri, anche i più sottili. La sapienza è più veloce di qualsiasi movimento, per la sua purezza si diffonde e penetra in ogni cosa. È effluvio della potenza di Dio, emanazione genuina della gloria dell’Onnipotente; per questo nulla di contaminato penetra in essa. È riflesso della luce perenne, uno specchio senza macchia dell’attività di Dio e immagine della sua bontà. Sebbene unica, può tutto; pur rimanendo in se stessa, tutto rinnova e attraverso i secoli, passando nelle anime sante, prepara amici di Dio e profeti. Dio infatti non ama se non chi vive con la sapienza. Ella in realtà è più radiosa del sole e supera ogni costellazione, paragonata alla luce risulta più luminosa; a questa, infatti, succede la notte, ma la malvagità non prevale sulla sapienza (Sap 7,23-30).
Inviala dai cieli santi, mandala dal tuo trono glorioso, perché mi assista e mi affianchi nella mia fatica e io sappia ciò che ti è gradito. Ella infatti tutto conosce e tutto comprende: mi guiderà con prudenza nelle mie azioni e mi proteggerà con la sua gloria. Così le mie opere ti saranno gradite; io giudicherò con giustizia il tuo popolo e sarò degno del trono di mio padre. Quale uomo può conoscere il volere di Dio? Chi può immaginare che cosa vuole il Signore? I ragionamenti dei mortali sono timidi e incerte le nostre riflessioni, perché un corpo corruttibile appesantisce l’anima e la tenda d’argilla opprime una mente piena di preoccupazioni. A stento immaginiamo le cose della terra, scopriamo con fatica quelle a portata di mano; ma chi ha investigato le cose del cielo? Chi avrebbe conosciuto il tuo volere, se tu non gli avessi dato la sapienza e dall’alto non gli avessi inviato il tuo santo spirito? Così vennero raddrizzati i sentieri di chi è sulla terra; gli uomini furono istruiti in ciò che ti è gradito e furono salvati per mezzo della sapienza» (Sap 9, 10-18).
Le sue opere necessariamente devono farci conoscere la sua verità. Necessariamente dobbiamo affermare che Lui è il Differente Divino e Umano. Se questa differenza non la facciamo, siamo colpevoli dinanzi a Dio e agli uomini. Ogni uomo è obbligato in ragione della sua umanità a confessare che in Gesù non c’è mai stato nulla di ingiusto. Lui ha operato la giustizia perfetta. Lui mai ha conosciuto il male.
La fede inizia dalla confessione della giustizia di Gesù in ogni sua opera. Ogni uomo è peccatore. Lui è il Santo di Dio. Ogni uomo compie il male. Gesù ha conosciuto solo il bene. È differenza che va fatta. Chi è onesto la fa. È obbligato dalla sua onestà.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che il mondo intero confessi la giustizia di Gesù.
A cura del Movimento Apostolico
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