Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare.
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».
Comprenderemo il brano del Vangelo posto oggi alla nostra riflessione, se ci lasceremo aiutare dalla rivelazione che ci viene offerta dall’Apostolo Paolo.
Riguardo ai doni dello Spirito, fratelli, non voglio lasciarvi nell’ignoranza. Voi sapete infatti che, quando eravate pagani, vi lasciavate trascinare senza alcun controllo verso gli idoli muti. Perciò io vi dichiaro: nessuno che parli sotto l’azione dello Spirito di Dio può dire: «Gesù è anàtema!»; e nessuno può dire: «Gesù è Signore!», se non sotto l’azione dello Spirito Santo. Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti.
A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune: a uno infatti, per mezzo dello Spirito, viene dato il linguaggio di sapienza; a un altro invece, dallo stesso Spirito, il linguaggio di conoscenza; a uno, nello stesso Spirito, la fede; a un altro, nell’unico Spirito, il dono delle guarigioni; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di discernere gli spiriti; a un altro la varietà delle lingue; a un altro l’interpretazione delle lingue. Ma tutte queste cose le opera l’unico e medesimo Spirito, distribuendole a ciascuno come vuole.
Come infatti il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito. Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra. Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi ci sono i miracoli, quindi il dono delle guarigioni, di assistere, di governare, di parlare varie lingue. Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti fanno miracoli? Tutti possiedono il dono delle guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano? Desiderate invece intensamente i carismi più grandi. E allora, vi mostro la via più sublime (Cfr. 1Cor 12,1-31).
Secondo questa purissima rivelazione è Dio Padre che nella comunione del suo Santo Spirito e nella grazia del suo Figlio Unigenito opera tutto in tutti. Da noi stessi siamo nullità. Anche il nostro respiro è un prestito del suo amore. Di che cosa possiamo gloriarci? Di nulla. Niente siamo e di niente possiamo esaltarci. Se qualcosa facciamo è per opera sua. Se nulla facciamo è per nostra colpa, dal momento che non lasciamo che Lui possa operare per mezzo nostro giustizia e verità, grazia e santità verso l’uomo. Urge possedere la pienezza della rivelazione che libera da ogni presunzione.
Noi siamo servi di Dio, senza pretese, senza alcun diritto. Siamo ad esclusivo servizio della divina volontà. Lui comanda e noi obbediamo. Lui parla e noi ascoltiamo. Lui ordina e noi eseguiamo. La sua Parola è la sola ed unica nostra legge di vita. Nulla ci è dovuto. Tutto è purissimo dono, purissima grazia, gratuita elargizione di amore e di misericordia. Possiamo noi attribuirci un qualche merito se tutto è da Lui?
Da noi stessi siamo in tutto simile ad un sacco vuoto. Se il Signore con esso trasporta ora, argento, cose preziose, è Lui che vi mette questi beni. Così anche se a Lui il sacco serve per trasportare altro materiale è sempre Lui che dispone come gli sembra meglio. Tutto è dalla sapienza del Padre. Nulla è dalla nostra intelligenza e saggezza. Nulla dalla nostra volontà. Da noi stessi possiamo ricolmarci solo di peccato. Altro non possiamo. Invece viene il Signore e ci ricolma dei suoi preziosi doni divini. È Lui che trasforma la nostra inutilità in utilità, il nostro niente in tutto, la nostra miseria in ricchezza celeste e divina. Ma questa è solo opera del suo amore. A noi è chiesto solo di lasciarci usare come a Lui conviene. Per noi stessi, da noi stessi, siamo nullità.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, insegnateci la perfetta umiltà.
Commento a cura del Movimento Apostolico
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