Non ascoltano né Giovanni né il Figlio dell’uomo.
In quel tempo, Gesù disse alle folle: «A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”. È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».
Il peccato produce frutti velenosissimi nel nostro cuore e nello stesso nostro corpo. Esso distrugge ogni forma di vita: sociale, politica, familiare, economica, finanziaria, scientifica, professionale. È sufficiente un solo vizio ed una vita è condotta alla morte. La stessa terra viene avvolta dalla morte dal peccato dell’uomo, il quale non si serve della sua intelligenza per il più grande bene, bensì della stoltezza per il suo grande male. La parola di Dio è molto esplicita al riguardo. Sarebbe sufficiente ascoltarla.
Ma se non mi darete ascolto e se non metterete in pratica tutti questi comandi, se disprezzerete le mie leggi e rigetterete le mie prescrizioni, non mettendo in pratica tutti i miei comandi e infrangendo la mia alleanza, ecco come io vi tratterò: manderò contro di voi il terrore, la consunzione e la febbre, che vi faranno languire gli occhi e vi consumeranno la vita. Seminerete invano le vostre sementi: le mangeranno i vostri nemici. Volgerò il mio volto contro di voi e voi sarete sconfitti dai nemici; quelli che vi odiano vi opprimeranno e vi darete alla fuga, senza che alcuno vi insegua.
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Se nemmeno a questo punto mi darete ascolto, io vi castigherò sette volte di più per i vostri peccati. Spezzerò la vostra forza superba, renderò il vostro cielo come ferro e la vostra terra come bronzo. Le vostre energie si consumeranno invano, poiché la vostra terra non darà prodotti e gli alberi della campagna non daranno frutti. Se vi opporrete a me e non mi vorrete ascoltare, io vi colpirò sette volte di più, secondo i vostri peccati.
.Manderò contro di voi le bestie selvatiche, che vi rapiranno i figli, stermineranno il vostro bestiame, vi ridurranno a un piccolo numero e le vostre strade diventeranno deserte (Lev 26,14-22).
Udite la parola del Signore, casa di Giacobbe, voi, famiglie tutte d’Israele! Così dice il Signore: Quale ingiustizia trovarono in me i vostri padri per allontanarsi da me e correre dietro al nulla, diventando loro stessi nullità? E non si domandarono: “Dov’è il Signore che ci fece uscire dall’Egitto, e ci guidò nel deserto, terra di steppe e di frane, terra arida e tenebrosa, terra che nessuno attraversa e dove nessuno dimora?”. Io vi ho condotti in una terra che è un giardino, perché ne mangiaste i frutti e i prodotti, ma voi, appena entrati, avete contaminato la mia terra e avete reso una vergogna la mia eredità (Ger 2,4-7).
Il danno più grande non è la desolazione che il peccato produce nella società e sulla stessa terra, ridotta ad un deserto, a del ferro, incapace di dare vita ai suoi abitanti. Questa desolazione è ben poca cosa. Il vero danno viene prodotto nel cuore. Esso si atrofizza, diviene di pietra, si fa insensibile, impermeabile, si chiude nella sua morte. L’uomo diviene cieco, sordo, muto ad ogni influsso della grazia e della verità. È quanto sta avvenendo ai nostri giorni. Il Signore ci sta parlando attraverso una crisi senza vie d’uscita e l’uomo cosa fa? Si ostina nel suo peccato, nei suoi vizi, nei suoi diritti, nelle sue conquiste, nella sua scienza di morte. Divenuto insensibile alla verità e alla grazia non vi è per lui alcuna speranza di salvezza. Eppure basterebbe un poco di sensibilità spirituale per comprendere che urge cambiare tenore di vita. Che sarebbe giusto liberarsi dal peccato e dal vizio che sta uccidendo la nostra moderna socialità.
A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”. È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».
Ciò che però intristisce di più è che anche i profeti del Dio vivente, i suoi ministri, sono divenuti insensibili alla verità e alla grazia. Non riescono a vedere le cose dalla sapienza di Cristo Gesù. Molti parlano dalla loro stoltezza ed insipienza. Impossibile riconoscere la giustizia della loro sapienza. Mancano le opere di essa. La prima opera della sapienza è leggere la storia con occhi di purissima verità. Se la storia è letta dalla falsità del cuore e della mente, è il segno che si è privi di ogni sapienza. Questa stoltezza oggi ha raggiunto il sommo della sua perversione: sta dichiarando il non bisogno, la non necessità di essere sensibili alla grazia e alla verità.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, liberateci da tanta stoltezza.
Commento a cura del Movimento Apostolico
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