Mt 5,33-37
Io vi dico: non giurate affatto.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”; “No, no”; il di più viene dal Maligno».
Il di più viene dal maligno
Da una parola di Satana venne nel mondo la morte e ogni male ad essa collegato. Niente è più pericoloso di una parola. Essa può distruggere più che un ordigno nucleare. Gli effetti dell’ordigno nucleare durano secoli, quelli della parola sono eterni.
Il serpente era il più astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto e disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: “Non dovete mangiare di alcun albero del giardino?”». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: “Non dovete mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morirete”». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male».
Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture (Gen 3,1-7).
Il Libro del Siracide sapendo quanto male può produrre una sola parola, chiede ad ognuno che prima che essa venga proferita, sia ben ponderata, misurata, pesata.
Maledici il calunniatore e l’uomo che è bugiardo, perché hanno rovinato molti che stavano in pace. Le dicerie di una terza persona hanno sconvolto molti, li hanno scacciati di nazione in nazione; hanno demolito città fortificate e rovinato casati potenti. Le dicerie di una terza persona hanno fatto ripudiare donne forti, privandole del frutto delle loro fatiche. Chi a esse presta attenzione certo non troverà pace, non vivrà tranquillo nella sua dimora. Un colpo di frusta produce lividure, ma un colpo di lingua rompe le ossa. Molti sono caduti a fil di spada, ma non quanti sono periti per colpa della lingua. Beato chi è al riparo da essa, chi non è esposto al suo furore, chi non ha trascinato il suo giogo e non è stato legato con le sue catene.
Il suo giogo è un giogo di ferro; le sue catene sono catene di bronzo. Spaventosa è la morte che la lingua procura, al confronto è preferibile il regno dei morti. Essa non ha potere sugli uomini pii, questi non bruceranno alla sua fiamma. Quanti abbandonano il Signore in essa cadranno, fra costoro divamperà senza spegnersi mai. Si avventerà contro di loro come un leone e come una pantera ne farà scempio. Ecco, recingi pure la tua proprietà con siepe spinosa, e sulla tua bocca fa’ porta e catenaccio. Metti sotto chiave l’argento e l’oro, ma per le tue parole fa’ bilancia e peso. Sta’ attento a non scivolare a causa della lingua, per non cadere di fronte a chi ti insidia (Sir 28,13-26).
Una sola parola proferita dal cristiano allontana da Cristo Gesù e una sola parola attrae. Per una parola si conduce all’inferno e per un’altra si porta in paradiso. Per una parola si salva un uomo e per una parola lo si distrugge. Niente nell’uomo è più potente della parola. Nessuno crede, ma essa è onnipotente come quella del nostro Dio. Per essa salviamo un’anima e per essa la perdiamo. Come Gesù diceva la Parola del Padre perché Lui abitava nel cuore del Padre, così il cristiano può dire la Parola di Cristo se abita nel cuore di Cristo. Abita nel cuore di Cristo se fa la sua volontà, obbedendo al suo Vangelo. Chi non vive il Vangelo, mai potrà dire la Parola di Gesù.
Al cristiano non necessita alcun giuramento. A lui basta la parola. La verità per lui sarà sempre verità. La falsità sempre falsità. Mai lui trasformerà la falsità in verità e mai la verità in falsità. Di conseguenza non ha bisogno di attestare la sua parola chiamando Dio a testimone di essa. Il sì per lui è sì, vero sì. Il no è no, vero no. Se non sarà così, la sua parola non viene da Cristo Gesù, ma dal Maligno. È una parola di menzogna.
Vergine Sapiente, Angeli, Santi, fateci abitare nel cuore di Cristo per dire la sua Parola.
Commento a cura del Movimento Apostolico