Categorie: Verbum Domini

Vangelo (15 Novembre) Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio

Lc 17,11-19
Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero.

Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samaria e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

I miracoli di Gesù manifestano qualcosa di sorprendentemente nuovo. Alcuni di essi non avvengono all’istante. Si compiono lungo un tragitto, per via. È quanto avviene alle nozze di Cana. I servi trasportano acqua. Mentre si porta si trasforma in vino.

Il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora» (Gv 2,1-10).



Anche per il cieco nato Gesù applica la stessa legge. Mette del fango sugli occhi e poi comanda al cieco di andare a lavarsi nella piscina di Silone. Anche questo miracolo avviene lontano da Gesù Signore. Avviene però per fede. Si crede. Si guarisce.

Passando, vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo». Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe» – che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva (Gv 9,1-6).

Gesù manda dieci lebbrosi dal sacerdote, perché sia lui a constatare la loro guarigione. Ma essi sono lebbrosi. Da lebbrosi essi lasciano Gesù. Da lebbrosi si incamminano verso il  sacerdote. Il miracolo non è solo un frutto della fede, della preghiera, della volontà di Gesù Signore. Esso è anche dalla fede di chi lo chiede. Sempre Gesù ha chiesto la fede. Esso è il frutto di una duplice fede: fede di chi è preposto a compierlo. Fede di chi è chiamato a riceverlo. Le due fedi sono necessarie.



Il miracolo vero, quello compiuto da Gesù Signore, non è fine a se stesso. Esso è un segno. È un segno che deve condurre il cuore alla pienezza della verità. Esso è dato per la vera conversione del cuore, della mente, della volontà, dello spirito. Dalla fede nel miracolo il segno deve condurre alla fede purissima in Cristo, il Datore della grazia e della verità, il pane della vita, la luce e la risurrezione.

Nove lebbrosi si prendono il miracolo e scompaiono dalla storia della salvezza. Uno invece torna indietro. Si prostra dinanzi a Gesù Signore. Lo riconosce come il Mediatore tra Dio e lui. Rende gloria al Signore per mezzo del suo Benefattore. Si apre alla fede nella sua missione di salvezza e di redenzione. Il miracolo in lui ha agito secondo pienezza di verità. È stato il segno per la nascita della vera fede nel suo cuore. Molte grazie, molti miracoli, molti esaudimenti di preghiera sono vani per tanti cristiani. Costoro si prendono la grazia, ma lasciano il Dio della grazia, della salvezza.



Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci la verità del miracolo.

Commento a cura del Movimento Apostolico

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