Gv 19,25-27
Ecco tuo figlio! Ecco tua madre!
In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre:
«Donna, ecco tuo figlio!».
Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!».
E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Donna, ecco tuo figlio!
Il dolore di Abramo è grande. Per il suo dolore, frutto di immediata obbedienza, il Signore gli promette di benedire nella sua discendenza tutte le tribù della terra.
Dopo queste cose, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va’ nel territorio di Mòria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò». Abramo si alzò di buon mattino, sellò l’asino, prese con sé due servi e il figlio Isacco, spaccò la legna per l’olocausto e si mise in viaggio verso il luogo che Dio gli aveva indicato. Così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l’altare, collocò la legna, legò suo figlio Isacco e lo depose sull’altare, sopra la legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!».
Rispose: «Eccomi!». L’angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito». Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete, impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio. Abramo chiamò quel luogo «Il Signore vede»; perciò oggi si dice: «Sul monte il Signore si fa vedere». L’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non hai risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito, io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce» (Gen 22,1-18).
Gerusalemme è nella grande sofferenza per la morte dei suoi figli. Questo suo dolore avrà come frutto la conversione e il ritorno in essa di tutti gli esiliati in Babilonia.
«Guarda, Signore, la mia miseria, perché il nemico trionfa». L’avversario ha steso la mano su tutte le sue cose più preziose; ha visto penetrare nel suo santuario i pagani, mentre tu, Signore, avevi loro proibito di entrare nella tua assemblea. Tutto il suo popolo sospira in cerca di pane; danno gli oggetti più preziosi in cambio di cibo, per sostenersi in vita. «Osserva, Signore, e considera come sono disprezzata! 2Voi tutti che passate per la via, considerate e osservate se c’è un dolore simile al mio dolore, al dolore che ora mi tormenta, e con cui il Signore mi ha afflitta nel giorno della sua ira ardente. Dall’alto egli ha scagliato un fuoco, nelle mie ossa lo ha fatto penetrare. Ha teso una rete ai miei piedi, mi ha fatto tornare indietro. Mi ha reso desolata, affranta da languore per sempre. S’è aggravato il giogo delle mie colpe, dalla sua mano sono annodate. Sono cresciute fin sul mio collo e hanno fiaccato la mia forza. Il Signore mi ha messo nelle loro mani, non posso alzarmi. Il Signore in mezzo a me ha ripudiato tutti i miei prodi, ha chiamato a raccolta contro di me per fiaccare i miei giovani; il Signore ha pigiato nel torchio la vergine figlia di Giuda. Per questo piango, e dal mio occhio scorrono lacrime, perché lontano da me è chi consola, chi potrebbe ridarmi la vita; i miei figli sono desolati, perché il nemico ha prevalso» (Lam 1, 9-16).
Il dolore della Vergine Maria è perfetto. Ad esso nulla manca. A Lei il Signore chiede di offrire il Figlio suo sul Golgota dalla croce. Maria obbedisce più che Abramo e soffre più che Gerusalemme. Qual è il frutto di questo dolore? Il Signore la costituisce Madre dell’umanità rigenerata da acqua e da Spirito Santo. Lei è la Madre di tutti i figli di Dio. Poiché ogni uomo è chiamato a lasciarsi fare vero figlio di Dio, Lei ha sulle spalle la sollecitudine di salvezza per ogni uomo. Il suo è amore di sofferenza e di sollecitudine.
Per vivere bene il mistero della sua maternità universale, la Vergine chiede aiuto ad ogni suo figlio. Gli chiede di ricordare, annunziare, testimoniare il Vangelo, la Parola, perché quanti non sono figli lo diventino e quanti già lo sono da figli perduti, lontani, smarriti diventino figli obbedienti, devoti, perché Lei li possa presentare a Cristo Gesù.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci veri discepoli di Gesù.
Commento del Movimento Apostolico