Verbum Domini

Vangelo (16 Giugno 2018) Io vi dico: non giurate affatto

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”; “No, no”; il di più viene dal Maligno».

RIFLESSIONE SUL VANGELO DI QUESTO SABATO  –  L’uomo non è credibile. Dice una parola che poi non mantiene. Pronuncia parole false spacciandole per vere. Nessuna relazione di serio impegno potrà mai essere presa con lui, a motivo di questa sua naturale falsità. Dall’immondo mai si potrà trarre ciò che è mondo, puro e dal falso mai la verità e dall’incostante mai si genererà costanza.

Dio invece è immortale, saldo, stabile più che una roccia, vero nella natura e nella parola. Lui è immortalità, stabilità, verità, santità eterna, fedeltà perenne. A Lui l’uomo si appoggia per dare verità, sicurezza, stabilità alle sue parole. Lo chiama a testimone della bontà e fedeltà di ogni sua parola. L’uomo chiama Dio a garante della sua parola attraverso il giuramento. Nel giuramento è come se Dio attestasse per lui, fosse il suo mallevadore. Dio però può attestare solo per la verità, la fedeltà, la santità, la giustizia.

Ogni giuramento obbliga l’uomo alla fedeltà alla parola data. È come se la sua fosse parola di Dio, promessa di Dio, impegno di Dio. Mai l’uomo dovrà tornare indietro. Farebbe Dio bugiardo e mentitore, lo porrebbe sullo stesso piano della sua umanità falsa, debole, fragile, mentitrice, ingannatrice. Dio verrebbe sommamente offeso. Si farebbe di lui un uso iniquo, peccaminoso. La santità di Dio impegna l’uomo a mantenere fede alla parola data sotto giuramento.

Viene Gesù. Cambia la nostra natura. Da natura falsa la rende vera, da fragile la fa forte, da menzognera la costituisce veritiera. Con Lui e in Lui si diviene partecipi della divina natura. Di Dio assumiamo verità, santità, giustizia, natura, fedeltà, carità, misericordia, pietà, compassione ogni altra virtù. Il cristiano non ha più alcun bisogno di giurare. La sua parola è in tutto simile a quella di Gesù, di Dio. È parola vera, fedele, giusta, santa. Prima, dalla natura falsa scaturiva una parola falsa. Ora, dalla natura vera viene fuori una parola vera. È la natura che produce le parole. Qual è la natura, tale è anche la parola. Tra la parola del peccatore e quella del santo vi è un abisso di differenza. Quella del santo è sempre vera. Quella del peccatore sempre falsa. Il santo ha trasformato la sua natura da falsa in vera. Il peccatore ogni giorno trasforma la sua natura da falsa in molto più falsa. La fa malvagia dalla quale scaturiscono parole malvagie. Questa verità è affermata con solenne discorso da Gesù ai farisei.

Prendete un albero buono, anche il suo frutto sarà buono. Prendete un albero cattivo, anche il suo frutto sarà cattivo: dal frutto infatti si conosce l’albero. Razza di vipere, come potete dire cose buone, voi che siete cattivi? La bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda. L’uomo buono dal suo buon tesoro trae fuori cose buone, mentre l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori cose cattive. Ma io vi dico: di ogni parola vana che gli uomini diranno, dovranno rendere conto nel giorno del giudizio; infatti in base alle tue parole sarai giustificato e in base alle tue parole sarai condannato» (Mt 12,33-37)

Non solo Gesù chiede ai suoi discepoli di non giurare. La loro parola basta. Essa proviene da una natura fatta buona da Dio. Vuole anche che le loro parole siano brevi. Si, quando è sì. No, quando è no. Perché il di più viene dal Maligno. Il Maligno è così abile che potrà sempre insinuarsi tra le molte parole e proferirne alcune non buone, non sante, non giuste, non opportune, non appropriate.

La santità del cristiano è santità di parola, perché la parola sgorga dal suo cuore santo. Chi vuole una parola sempre santa, deve porre ogni impegno a lasciarsi fare da Dio un cuore santo. Chi non lavora sul cuore, mai potrà sperare di avere una parola santa. Cattivo e impuro è il cuore e cattive e impure saranno le sue parole.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci di cuore puro.  a cura del Movimento Apostolico

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