Mt 19,13-15
Non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli.
In quel tempo, furono portati a Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li rimproverarono.
Gesù però disse: «Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli».
Nella Scrittura Antica i bambini erano dati e portati a Dio, perché divenissero figli della promessa all’ottavo giorno dalla loro nascita. La circoncisione li faceva figli di Abramo.
I primogeniti d’Israele venivano offerti, per la legge della Pasqua, al quarantesimo giorno dalla nascita. Venivano offerti e riscattati. Erano vero dono per il Signore. Anche Gesù Signore fu offerto al Padre al quarantesimo giorno. Il suo sacrificio fu solo rinviato. Lui doveva essere offerto dalla Madre sua al Padre sul monte Golgota.
Quando il Signore ti avrà fatto entrare nella terra del Cananeo, come ha giurato a te e ai tuoi padri, e te l’avrà data in possesso, tu riserverai per il Signore ogni primogenito del seno materno; ogni primo parto del tuo bestiame, se di sesso maschile, lo consacrerai al Signore. Riscatterai ogni primo parto dell’asino mediante un capo di bestiame minuto e, se non lo vorrai riscattare, gli spaccherai la nuca. Riscatterai ogni primogenito dell’uomo tra i tuoi discendenti.
Quando tuo figlio un domani ti chiederà: “Che significa ciò?”, tu gli risponderai: “Con la potenza del suo braccio il Signore ci ha fatto uscire dall’Egitto, dalla condizione servile. Poiché il faraone si ostinava a non lasciarci partire, il Signore ha ucciso ogni primogenito nella terra d’Egitto: i primogeniti degli uomini e i primogeniti del bestiame. Per questo io sacrifico al Signore ogni primo parto di sesso maschile e riscatto ogni primogenito dei miei discendenti”. Questo sarà un segno sulla tua mano, sarà un pendaglio fra i tuoi occhi, poiché con la potenza del suo braccio il Signore ci ha fatto uscire dall’Egitto» (Es 14,11-16).
È suo per una duplice causa. Perché il frutto del seno è per sua benedizione. È Lui che rende fecondo un uomo e una donna. La fecondità non appartiene all’ordine della natura. La benedizione è azione susseguente alla creazione. Dio prima crea. Poi benedice, rendendo feconda la coppia umana. Se il figlio è frutto della sua grazia, esso è di Dio allo stesso modo che è dei genitori. La seconda causa per cui il figlio è già di Dio è perché l’anima è creata direttamente da Dio al momento del concepimento. Essendo l’anima vera creazione attuale di Dio, il figlio necessariamente è anche suo. L’aborto è offesa gravissima al Signore, perché è uccisione della sua opera.
Lui ha messo la benedizione, ha creato l’anima, ha fatto sì che la carne divenisse essere vivente, e poi a questa sua creatura, fatta da Lui con tanto amore, viene tolta la vita. L’aborto non è solo un crimine contro l’umanità. È un crimine contro Dio. Questa è la gravità di questo orrendo peccato. Ogni concepito prima che figlio dell’uomo, è opera e creazione di Dio.
Gesù chiede ai discepoli che gli consentano di benedire i figli del Padre suo. Essi sono i veri figli del regno, perché per essi tutto è dono. La vita ed ogni altra cosa necessaria ad essa è dono. Gesù vuole che tutti si diventi come bambini. Tutti si vedano come un dono del Padre e per ogni cosa il Padre venga benedetto, ringraziato, lodato. La prima cosa che va vista come dono del Padre è la Legge, alla quale va data ogni obbedienza. Si è come bambini, quando consegneremo la vita al Padre come sua. Fonte lachiesa.it
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci dono in Cristo al Padre.
Commento a cura del Movimento Apostolico
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