Categorie: Verbum Domini

Vangelo (17 Aprile) Non Mosè, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo

Gv 6,30-35
Non Mosè, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo.

In quel tempo, la folla disse a Gesù: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».

Il pane dato da Mosè al popolo del Signore, in verità mai è stato dato da Mosè. È un dono pensato, voluto, deciso dal Signore, dietro una insistente mormorazione contro Aronne e lo stesso Mosè. Nel deserto parlare male contro il Signore era abitudine.

Levarono le tende da Elìm e tutta la comunità degli Israeliti arrivò al deserto di Sin, che si trova tra Elìm e il Sinai, il quindici del secondo mese dopo la loro uscita dalla terra d’Egitto. Nel deserto tutta la comunità degli Israeliti mormorò contro Mosè e contro Aronne.

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Gli Israeliti dissero loro: «Fossimo morti per mano del Signore nella terra d’Egitto, quando eravamo seduti presso la pentola della carne, mangiando pane a sazietà! Invece ci avete fatto uscire in questo deserto per far morire di fame tutta questa moltitudine». Allora il Signore disse a Mosè: «Ecco, io sto per far piovere pane dal cielo per voi: il popolo uscirà a raccoglierne ogni giorno la razione di un giorno, perché io lo metta alla prova, per vedere se cammina o no secondo la mia legge. Ma il sesto giorno, quando prepareranno quello che dovranno portare a casa, sarà il doppio di ciò che avranno raccolto ogni altro giorno». Mosè e Aronne dissero a tutti gli Israeliti: «Questa sera saprete che il Signore vi ha fatto uscire dalla terra d’Egitto e domani mattina vedrete la gloria del Signore, poiché egli ha inteso le vostre mormorazioni contro di lui. Noi infatti che cosa siamo, perché mormoriate contro di noi?». Mosè disse: «Quando il Signore vi darà alla sera la carne da mangiare e alla mattina il pane a sazietà, sarà perché il Signore ha inteso le mormorazioni con le quali mormorate contro di lui. Noi infatti che cosa siamo? Non contro di noi vanno le vostre mormorazioni, ma contro il Signore» (Es 16,1-8).




Questo pane serviva solo per il corpo. Essendo però un prodigio quotidiano avrebbe dovuto rafforzare la fede nel Dio Salvatore e Liberatore, invece ben presto si è trasformato in una abitudine, come tutte le cose sante di Dio date in modo stabile e perenne. Forse noi non abbiamo trasformato in abitudine la stessa Eucaristia, l’avere un Presbitero in ogni comunità, gli altri sacramenti, la celebrazione di altre ritualità? L’abitudine oscura il valore del dono di Dio e lo rende una cosa della terra, un fatto umano. È questo il nostro più grande peccato. Le cose del Cielo vanno vissute sempre come se fosse la prima volta. Trasformarle in abitudine è svilirle e profanarle.

Gesù non pone però l’accento sullo svilimento della manna, ma sulla sua inefficacia quanto a dare la vita. Dava vita al corpo, ma non allo spirito, all’anima. Lasciava l’uomo nella sua vecchia umanità di morte. Si mangiava il pane del Cielo, ma lo spirito continuava a morire e anche l’anima. Ci si nutriva di manna, ma non si progrediva nella fede. Anima e spirito non ricevevano alcun giovamento. Nonostante questo grande prodigio quotidiano, tutti quelli usciti dall’Egitto dai venti anni in su morirono nel deserto. Neanche Aronne e Mosè videro la terra promessa per un dubbio di fede.

Gesù annunzia se stesso come il pane vivo disceso dal Cielo. È Lui il vero pane della vita, non solo per i Giudei, ma per il mondo. Anche questa è differenza sostanziale tra Mosè e Gesù. La manna era solo per i figli di Israele, per nutrire il loro corpo. Gesù è il pane vivo che discende dal Cielo per dare la vita ad ogni uomo. Questo significa che chi vuole la vita deve accogliere Lui, ricevere Lui, mangiare Lui, nutrirsi di Lui. Se non si nutre di Lui, potrà anche sfamarsi di manna, ma darà nutrimento solo al corpo. Spirito e anima sono tagliati fuori e tutto l’uomo percorre una via di morte sia fisica che spirituale. Su queste parole di Gesù non si può transigere. Sono di una verità assoluta e universale. Chi vuole la vita, chi vuole non avere fame, chi vuole non avere sete, deve credere in Lui, accogliere Lui, saziarsi di Lui. È Lui il solo pane della vita per il mondo intero. Nessun altro è pane della vita. Tutti gli altri sono pane di morte.



Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci la vera fede in Gesù.

Commento del Movimento Apostolico

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