Categorie: Verbum Domini

Vangelo (18 Aprile 2018) Questa è la volontà del Padre: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna

Gv 6,35-40
Questa è la volontà del Padre: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna.

In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete.Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».

Gesù possiede un’altissima visione di fede. Ogni persona che crede in Lui è un dono del Padre suo. È un dono nobile, prezioso, vale quanto la sua vita stessa. È un dono da custodire, accudire, illuminare, salvare, redimere, sacrificando tutto di sé, perché il dono non vada perduto, non si smarrisca, venga condotto nel regno eterno di Dio.

Ricorreva allora a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. 23Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente». Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola» (Gv 10,22-30).

Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo (Gv 17,1-26). 

Se noi avessimo questa visione con le anime, con i fratelli, nella stessa famiglia, tutto verrebbe vissuto secondo questa purissima fede. San Paolo vuole che il marito veda la propria donna allo stesso modo che Gesù vede la sua Chiesa. 

Nel timore di Cristo, siate sottomessi gli uni agli altri: 22le mogli lo siano ai loro mariti, come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, così come Cristo è capo della Chiesa, lui che è salvatore del corpo. E come la Chiesa è sottomessa a Cristo, così anche le mogli lo siano ai loro mariti in tutto. E voi, mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola con il lavacro dell’acqua mediante la parola, e per presentare a se stesso la Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata. Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo: chi ama la propria moglie, ama se stesso. Nessuno infatti ha mai odiato la propria carne, anzi la nutre e la cura, come anche Cristo fa con la Chiesa, poiché siamo membra del suo corpo. Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne. Questo mistero è grande: io lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! Così anche voi: ciascuno da parte sua ami la propria moglie come se stesso, e la moglie sia rispettosa verso il marito (Ef 5,21-33).

Se un parroco vedesse come Cristo ogni anima che varca la soglia della Casa del Signore nella quale Lui è stato dato da Dio per ricolmare ogni cuore di grazia e verità, la pastorale sarebbe assai diversa. Le anime date da Dio vanno lavate con il proprio sangue. Il Padre vuole che nessuna di esse vada perduta. Le vuole tutte salve.

Gesù non lavora per realizzare una sua particolare volontà, un suo progetto. Opera per fare la volontà di Dio in ordine ad ogni anima, ogni cuore. Se tutti gli inviati di Dio, in ogni ministero ordinato e non, secondo ogni carisma, avessimo questo solo principio di azione, daremmo al mondo un nuovo volto. Vedremmo sempre l’altro come un dono che il Padre ci ha affidato, consegnato, perché noi lo conduciamo nel suo Paradiso.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci questa visione di fede.

Commento del Movimento Apostolico

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