Verbum Domini

Vangelo 18 Luglio 2019. Io sono mite e umile di cuore.

Mt 11,28-30
Io sono mite e umile di cuore.

In quel tempo, Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Imparate da me, che sono mite e umile di cuore

Ascoltando le parole di Gesù sembra di ascoltare le parole che la sapienza rivolge ad ogni uomo. Da questo ascolto viene la vita, perché è la sapienza la madre di ogni vita.

«A voi, uomini, io mi rivolgo, ai figli dell’uomo è diretta la mia voce. Imparate, inesperti, la prudenza e voi, stolti, fatevi assennati. Ascoltate, perché dirò cose rilevanti, dalle mie labbra usciranno sentenze giuste, perché la mia bocca proclama la verità e l’empietà è orrore per le mie labbra. Tutte le parole della mia bocca sono giuste, niente in esse è tortuoso o perverso; sono tutte chiare per chi le comprende e rette per chi possiede la scienza. Accettate la mia istruzione e non l’argento, la scienza anziché l’oro fino, perché la sapienza vale più delle perle e quanto si può desiderare non l’eguaglia. Io, la sapienza, abito con la prudenza e possiedo scienza e riflessione. Temere il Signore è odiare il male: io detesto la superbia e l’arroganza, la cattiva condotta e la bocca perversa. A me appartengono consiglio e successo, mia è l’intelligenza, mia è la potenza.

Per mezzo mio regnano i re e i prìncipi promulgano giusti decreti; per mezzo mio i capi comandano e i grandi governano con giustizia. Io amo coloro che mi amano, e quelli che mi cercano mi trovano. Ricchezza e onore sono con me, sicuro benessere e giustizia. Il mio frutto è migliore dell’oro più fino, il mio prodotto è migliore dell’argento pregiato. Sulla via della giustizia io cammino e per i sentieri dell’equità, per dotare di beni quanti mi amano e riempire i loro tesori. Ora, figli, ascoltatemi: beati quelli che seguono le mie vie!

Ascoltate l’esortazione e siate saggi, non trascuratela! Beato l’uomo che mi ascolta, vegliando ogni giorno alle mie porte, per custodire gli stipiti della mia soglia. Infatti, chi trova me trova la vita e ottiene il favore del Signore; ma chi pecca contro di me fa male a se stesso; quanti mi odiano amano la morte» (Pr 8,1-36).

Gesù chiede di imparare da lui

La sapienza invita ogni uomo perché ognuno ascolti ogni sua Parola. Cristo Gesù chiede che si impari da Lui, che è mite e umile di cuore. Ma qual è la sostanziale differenza tra l’insegnamento della sapienza e quello di Gesù signore? La sapienza parla dal cielo, da presso Dio. Essa è voce di purissima divina verità. Cristo Gesù parla dal Golgota, dalla Croce, dal suo supplizio e martirio. Chiede non solo di ascoltare Lui, ma di imparare da Lui. Lui è l’esempio come si vive di perfetta obbedienza. È questa la sua umiltà.

Ma Lui vive l’umiltà dalla croce ed è questa la sua mitezza: sopportare, vivere, abbracciare ogni croce offrendo la propria vita come vero olocausto, vero sacrificio offerto al Signore per la propria redenzione e quella di ogni altro uomo. Cristo Signore è la Sapienza eterna Incarnata e Crocifissa solo per purissimo amore, in una perfetta obbedienza al Padre suo. Essendo Sapienza Visibile e Crocifissa possiamo imparare da Lui come essere sapienza incarnata, crocifissa, visibile per obbedienza.

Questa stessa legge vale anche per il corpo di Cristo che è la Chiesa. Anch’essa deve, in ogni suo figlio, gridare al mondo: “Imparate da che sono che mite e umile di cuore“. Imparate da me che sono crocifissa con Cristo nel più perfetto compimento della volontà del mio Signore.

San Paolo così parlava ai Galati, dal cuore di Cristo in Lui e dal mistero della sua croce nel suo corpo. Lui parlava da crocifisso con Cristo, per Lui.

Sono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me. Quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo. D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo (Gal 2,19-20; 6,14. 17).

Se un figlio della Chiesa non può dire al mondo intero: “Impara da me che sono mite e umile di cuore“, mai potrà annunziare il Vangelo. Gli manca la croce e l’obbedienza che sono l’attestazione che lui parla dalla volontà di Cristo e dalla sua croce.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci miti e umili di cuore.

Commento a cura del Movimento Apostolico

Redazione Papaboys

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