In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati.
Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».
L’Antico Testamento aveva già posto l’uomo come misura per il perdono. Sarà perdonato, chi perdona. Chi non perdona, non può chiedere al Signore alcun perdono.
Chi si vendica subirà la vendetta del Signore, il quale tiene sempre presenti i suoi peccati. Perdona l’offesa al tuo prossimo e per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati. Un uomo che resta in collera verso un altro uomo, come può chiedere la guarigione al Signore? Lui che non ha misericordia per l’uomo suo simile, come può supplicare per i propri peccati? Se lui, che è soltanto carne, conserva rancore, chi espierà per i suoi peccati? Ricòrdati della fine e smetti di odiare, della dissoluzione e della morte e resta fedele ai comandamenti. Ricorda i precetti e non odiare il prossimo, l’alleanza dell’Altissimo e dimentica gli errori altrui (Sir 28,1-7).
Nel Libro di Tobia l’elemosina riceve la sua consacrazione. Nulla è più apportatrice di vita per l’uomo sulla terra dell’elemosina. Essa è detta dono prezioso davanti a Dio.
Ogni giorno, o figlio, ricòrdati del Signore; non peccare né trasgredire i suoi comandamenti. Compi opere buone in tutti i giorni della tua vita e non metterti per la strada dell’ingiustizia. Perché se agirai con rettitudine, avrai fortuna nelle tue azioni. A tutti quelli che praticano la giustizia fa’ elemosina con i tuoi beni e, nel fare elemosina, il tuo occhio non abbia rimpianti. Non distogliere lo sguardo da ogni povero e Dio non distoglierà da te il suo. In proporzione a quanto possiedi fa’ elemosina, secondo le tue disponibilità; se hai poco, non esitare a fare elemosina secondo quel poco. Così ti preparerai un bel tesoro per il giorno del bisogno, poiché l’elemosina libera dalla morte e impedisce di entrare nelle tenebre. Infatti per tutti quelli che la compiono, l’elemosina è un dono prezioso davanti all’Altissimo (Tb 4,5-11).
Il Libro della Sapienza offre Dio all’uomo come modello di indulgenza. Con la sua onnipotenza potrebbe ridurre a nulla tutta l’umanità. Invece Lui lavora solo in vista del pentimento. Tutto opera il Signore perché l’uomo si converta e torni a gustare la vita.
Tu, essendo giusto, governi tutto con giustizia. Consideri incompatibile con la tua potenza condannare chi non merita il castigo. La tua forza infatti è il principio della giustizia, e il fatto che sei padrone di tutti, ti rende indulgente con tutti. Mostri la tua forza quando non si crede nella pienezza del tuo potere, e rigetti l’insolenza di coloro che pur la conoscono. Padrone della forza, tu giudichi con mitezza e ci governi con molta indulgenza, perché, quando vuoi, tu eserciti il potere. Con tale modo di agire hai insegnato al tuo popolo che il giusto deve amare gli uomini, e hai dato ai tuoi figli la buona speranza che, dopo i peccati, tu concedi il pentimento (Sap 12,15-19).
Lui pone il Padre suo come unico modello di misericordia verso il quale sempre guardare. Solo Dio è il modello dell’uomo. L’uomo è modello incompleto sempre. Dio è sempre perfetto.
Ma qual è la specificità della misericordia di Dio? È il dono del suo Figlio Unigenito dalla croce, da Crocifisso. Ora se il Padre ci dona Cristo Crocifisso e in Lui tutto se stesso per la nostra vita, ci potrà essere qualcosa che l’uomo non debba dare per la vita dei suoi fratelli. Anche se si lasciasse crocifiggere anche lui per il supremo bene del mondo e donasse tutte le sue sostanze ancora non darebbe nulla. Cristo ha dato anche la sua carne, il suo sangue, il suo Santo Spirito, tutta la vita eterna del Padre.
Se l’uomo è chiamato ad essere misericordioso come il Padre suo che è nei cieli, allora tutto l’Antico Testamento salta. Dio non era ancora morto per l’uomo. Nel Nuovo Testamento Dio muore per l’uomo e in questa morte, per questa morte, dona anche la sua risurrezione e l’eredità eterna. Finché non avremo “dato la nostra carne da mangiare e il nostro sangue da bere”, avremo fatto sempre poco per imitare il nostro Dio e Signore. La misericordia del Padre è sempre irraggiungibile. Ma va imitato.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, insegnateci la vera misericordia.
Commento a cura del Movimento Apostolico
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