Verbum Domini

Vangelo (18 Settembre 2018): Ragazzo, dico a te, àlzati!

(Lc 7,11-17)
Ragazzo, dico a te, àlzati!

In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei.  Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre.  Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.

Dio ha visitato il suo popolo

La vedova di Sarepta confessa che la vera parola di Dio è in Elia e che lui è uomo di Dio non dopo il miracolo della farina e dell’olio, bensì dopo che il profeta le aveva risuscitato il Figlio. Mai prima era avvenuto un miracolo così grande.

In seguito accadde che il figlio della padrona di casa si ammalò. La sua malattia si aggravò tanto che egli cessò di respirare. Allora lei disse a Elia: «Che cosa c’è tra me e te, o uomo di Dio? Sei venuto da me per rinnovare il ricordo della mia colpa e per far morire mio figlio?». Elia le disse: «Dammi tuo figlio». Glielo prese dal seno, lo portò nella stanza superiore, dove abitava, e lo stese sul letto. Quindi invocò il Signore: «Signore, mio Dio, vuoi fare del male anche a questa vedova che mi ospita, tanto da farle morire il figlio?». Si distese tre volte sul bambino e invocò il Signore: «Signore, mio Dio, la vita di questo bambino torni nel suo corpo». Il Signore ascoltò la voce di Elia; la vita del bambino tornò nel suo corpo e quegli riprese a vivere. Elia prese il bambino, lo portò giù nella casa dalla stanza superiore e lo consegnò alla madre. Elia disse: «Guarda! Tuo figlio vive». La donna disse a Elia: «Ora so veramente che tu sei uomo di Dio e che la parola del Signore nella tua bocca è verità» (1Re 17,17-24).

La visita di Dio presso il suo popolo è sempre accompagnata da una primavera di vita nuova. Il Signore verrà a manifestare tutta la sua onnipotenza di amore, bontà, misericordia, compassione. Anche i morti risuscitano alla sua venuta. La risurrezione del corpo è solo una pallida figura della risurrezione dello spirito, dell’anima. Il profeta Isaia e in modo particolare Ezechiele profetizzano questa risurrezione spirituale.

Come una donna incinta che sta per partorire si contorce e grida nei dolori, così siamo stati noi di fronte a te, Signore. Abbiamo concepito, abbiamo sentito i dolori quasi dovessimo partorire: era solo vento; non abbiamo portato salvezza alla terra e non sono nati abitanti nel mondo. Ma di nuovo vivranno i tuoi morti. I miei cadaveri risorgeranno! Svegliatevi ed esultate voi che giacete nella polvere. Sì, la tua rugiada è rugiada luminosa, la terra darà alla luce le ombre. Va’, popolo mio, entra nelle tue stanze e chiudi la porta dietro di te. Nasconditi per un momento, finché non sia passato lo sdegno. Perché ecco, il Signore esce dalla sua dimora per punire le offese fatte a lui dagli abitanti della terra; la terra ributterà fuori il sangue assorbito e più non coprirà i suoi cadaveri (Is 26,17-21).

La risurrezione del figlio della Vedova di Nain è il grande frutto della compassione del Padre che si manifesta, si rivela, diviene storia attraverso il cuore di Gesù Signore. I presenti vedono il compimento delle antiche profezie e per questo si aprono ad una vera confessione di fede: “Dio sta visitando il suo popolo attraverso l’invio di un grande profeta”. Si compie così l’altra grande profezia di Gesù Signore: “Vedano le vostre opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli”. Un discepolo di Gesù che ama, manifesta la presenza di Dio in mezzo al suo popolo, perché chi ama può essere solo da Dio, poiché solo Dio è principio, fonte, origine, fondamento, stabilità di ogni amore che si vive sulla terra. Chi non è in Dio mai potrà amare. Mai conoscerà l’amore vero.

Gesù ci insegna che più grande è la nostra luce d’amore e più il mondo vedrà Dio nei suoi servi. Se la nostra luce è poca, poco si vedrà Dio. Se invece noi lasciamo che la luce cresca, fino a divenire accecante, allora gli uomini vedranno Dio che agisce in noi e per noi e lo confesseranno. Le opere sono la via per la manifestazione del vero Dio e per aprire i cuori alla fede in Lui. La sola Parola senza le opere, mai si trasformerà in luce. Parola e opere sono luce piena, perfetta, luce che rivela e conduce a Dio.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci vera luce nel mondo.

Commento a cura del Movimento Apostolico

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