Verbum Domini

Vangelo (19 Giugno 2018) Amate i vostri nemici

Mt 5,43-48
Amate i vostri nemici.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».

Nell’Antico Testamento Dio aveva fondato il principio dell’amore universale sulla sua santità. Lui è il Signore Santo e tutto il suo popolo dovrà essere santo, dovrà cioè amare di un amore universale, fatto di concretezza, rivolto ad ogni uomo, nessuno escluso. Anche il forestiero, lo straniero dovevano essere avvolti da questo amore.

Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla a tutta la comunità degli Israeliti dicendo loro: “Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo. Quando mieterete la messe della vostra terra, non mieterete fino ai margini del campo, né raccoglierete ciò che resta da spigolare della messe; quanto alla tua vigna, non coglierai i racimoli e non raccoglierai gli acini caduti: li lascerai per il povero e per il forestiero. Io sono il Signore, vostro Dio. Non opprimerai il tuo prossimo, né lo spoglierai di ciò che è suo; non tratterrai il salario del bracciante al tuo servizio fino al mattino dopo. Non maledirai il sordo, né metterai inciampo davanti al cieco, ma temerai il tuo Dio. Io sono il Signore. Non commetterete ingiustizia in giudizio; non tratterai con parzialità il povero né userai preferenze verso il potente: giudicherai il tuo prossimo con giustizia. 

Non andrai in giro a spargere calunnie fra il tuo popolo né coopererai alla morte del tuo prossimo. Io sono il Signore. Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello; rimprovera apertamente il tuo prossimo, così non ti caricherai di un peccato per lui. Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore. Quando un forestiero dimorerà presso di voi nella vostra terra, non lo opprimerete. Il forestiero dimorante fra voi lo tratterete come colui che è nato fra voi; tu l’amerai come te stesso, perché anche voi siete stati forestieri in terra d’Egitto. Io sono il Signore, vostro Dio. Non commetterete ingiustizia nei giudizi, nelle misure di lunghezza, nei pesi o nelle misure di capacità. Avrete bilance giuste, pesi giusti, efa giusta, hin giusto. Io sono il Signore, vostro Dio, che vi ho fatto uscire dalla terra d’Egitto. Io sono il Signore”» (Cfr. Lev. 19,1-37). 

Gesù non dona la santità di Dio come regola di comportamento, azione, retta e sana moralità. Pone come norma una relazione nuova: quella della paternità e della figliolanza. Ogni suo discepolo diviene figlio di Dio. Deve imitare in tutto il Padre suo. Il Padre è amore universale, lui dovrà essere amore universale. In ogni momento, in ogni relazione con gli uomini, lui dovrà rendere visibile il Padre. In lui deve operare, agire, amare il Padre. Non è più il suo amore che deve dare ai fratelli, ma l’amore del Padre, secondo la volontà del Padre. Non si tratta più di imitazione, ma di presenza viva di Dio, operante in ogni discepolo di Cristo Gesù. Come Cristo Signore è presenza sulla terra dell’amore infinito del Padre, così dovrà essere per ogni suo discepolo.

Chi è il Padre? È colui che dona il Figlio Suo per la salvezza di ogni uomo. Chi è il discepolo di Gesù? Anche lui è il figlio, che nel Figlio Suo Unigenito, il Padre dona per la salvezza del mondo. Il discepolo diviene così il dono di amore che il Padre fa oggi al mondo per la sua redenzione. L’amore del Padre dovrà poi concretizzarsi in ogni relazione che il discepolo vive con gli uomini. Così l’amore viene sottratto al discepolo, alla sua volontà, ai suoi desideri, alle sue convenienze ed opportunità. Il Padre assume tutto il discepolo nel suo corpo, nel suo spirito, nella sua anima, nei suoi desideri, nel suo cuore, nella sua anima e ne fa uno strumento, un vero “sacramento” del suo amore. Possiamo affermare che il cristiano diviene così un Cristo perenne, presente nella storia, nella carne, per la salvezza del mondo, perché il Padre continui ad amare il mondo per mezzo di Lui, che è divenuto con Cristo un solo corpo, una sola vita. Questa è la tua verità, cristiano. Non ne hai altre. Sei il Cristo sempre nuovo e vivente attraverso il quale il Padre vuole anche oggi riversare tutto il suo amore nei cuori.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci vero Cristo nella storia.

Commento del Movimento Apostolico

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