Categorie: Verbum Domini

Vangelo (19 Maggio 2018) Questo è il discepolo che testimonia queste cose… e la sua testimonianza è vera.

Gv 21,20-25
Questo è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e la sua testimonianza è vera.

In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?». Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.

Ogni uomo è segnato da una particolare volontà di Dio su di lui. Già il Libro dei Proverbi poneva il futuro immediato di ogni cosa e persona avvolto da un grande mistero. Alcune cose sono imperscrutabili. Sono non attraversabili. È il non conoscibile.

Tre cose sono troppo ardue per me, anzi quattro, che non comprendo affatto: la via dell’aquila nel cielo, la via del serpente sulla roccia, la via della nave in alto mare, la via dell’uomo in una giovane donna (Pr 30,18-19). 
San Paolo è il cantore per eccellenza del mistero della sapienza divina, dalla quale ogni cosa e ogni persona viene governata. Al cristiano è chiesta un’alta visione di fede.

O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie! Infatti, chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore? O chi mai è stato suo consigliere? O chi gli ha dato qualcosa per primo tanto da riceverne il contraccambio? Poiché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli. Amen (Rm 11,33-36). 
Paolo attinge a piene mani dai profeti Isaia e Geremia. Attraverso di essi rivela quanto alta sia la sua sapienza e quanto grande la sua intelligenza. 

Chi ha misurato con il cavo della mano le acque del mare e ha calcolato l’estensione dei cieli con il palmo? Chi ha valutato con il moggio la polvere della terra e ha pesato con la stadera le montagne e i colli con la bilancia? Chi ha diretto lo spirito del Signore e come suo consigliere lo ha istruito? A chi ha chiesto di consigliarlo, di istruirlo, di insegnargli il sentiero del diritto, di insegnargli la conoscenza e di fargli conoscere la via della prudenza? (Is 40,12-14).

Ma chi ha assistito al consiglio del Signore, chi l’ha visto e ha udito la sua parola? Chi vi ha fatto attenzione e ha obbedito? Ecco la tempesta del Signore, il suo furore si scatena; una tempesta travolgente turbina sul capo dei malvagi. Non cesserà l’ira del Signore, finché non abbia compiuto e attuato i progetti del suo cuore. Alla fine dei giorni lo comprenderete pienamente! Io non ho inviato questi profeti ed essi corrono; non ho parlato a loro ed essi profetizzano. Se hanno assistito al mio consiglio, facciano udire le mie parole al mio popolo e li distolgano dalla loro condotta perversa e dalla malvagità delle loro azioni. Sono forse Dio solo da vicino? Oracolo del Signore. Non sono Dio anche da lontano? Può nascondersi un uomo nel nascondiglio senza che io lo veda? Oracolo del Signore. Non riempio io il cielo e la terra? Oracolo del Signore (Ger 23,18-24). 

Può un uomo conoscere il mistero scritto da Dio in un altro uomo? Mai. Ogni persona è un pensiero speciale di Dio. Pensiero unico, mai ripetibile. Se non possiamo conoscere il mistero dell’altro, possiamo sempre metterci al suo servizio. Come Gesù si è posto a servizio per dare a tutti la grazia e la verità per portare a realizzazione quanto Dio ha scritto singolarmente per ciascuno di noi, così ciascuno di noi deve porsi a servizio dei fratelli per offrire loro la grazia che lo Spirito Santo ha posto nel nostro cuore per farne dono ai fratelli. Noi non sappiamo chi è l’altro. Se però lo serviamo con amore, in pienezza di fede e verità, possiamo sempre vedere giorno dopo giorno lo sviluppo e la crescita del mistero di cui è stata impastata la sua vita. 

Gesù è fermo nel rispetto della verità dell’altro. Essa va servita, amata, non conosciuta. Per il mistero dell’altro siamo chiamati ad offrire il nostro martirio come Cristo Signore.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci servi gli uni degli altri. 

Commento del Movimento Apostolico

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