Verbum Domini

Vangelo – 2 Novembre 2018: Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.

Gv 6,37-40
Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.

In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.


E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno.
Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me

Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me

Ogni anima che va a Cristo è un dono del Padre. Tutto è del Padre. Ogni uomo è del Padre. Il Padre lo dona a Cristo, perché Cristo lo trasformi in persona spirituale, celeste, pronta per entrare nella gloria eterna. Se il Padre non dona, Cristo non può trasformare. Se Cristo non trasforma, non c’è nuova umanità. Gesù ci rivela che ogni anima a Lui data dal Padre, da Lui sarà custodita, formata, santificata, consegnata nuova al Padre suo per l’eternità. Quanto il Padre gli dona, nessuno potrà strapparglielo dalle sue mani. Se però il Padre non gli dona un cuore, Lui nulla potrà fare per esso. Sarà un cuore che lui non potrà né santificare né dare al Padre.

Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio». Sorse di nuovo dissenso tra i Giudei per queste parole.

Molti di loro dicevano: «È indemoniato ed è fuori di sé; perché state ad ascoltarlo?». Altri dicevano: «Queste parole non sono di un indemoniato; può forse un demonio aprire gli occhi ai ciechi?».

Ricorreva allora a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente».

Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola» (Gv 10,14-30).

Altra verità rivelataci da Gesù Signore dice che chi si sottrae a Cristo, si sottrae solo per sua colpa. Nessuno glielo ha trappato. Nessuno mai glielo potrà strappare. È il singolo, che liberamente, perché tentato, ha scelto la via della perdizione eterna.

Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi. Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura.

Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo (Gv 17,9-14).

Quando Cristo Gesù riceve un cuore dal Padre, Lui lo porterà fino alla risurrezione gloriosa dell’ultimo giorno. Solo allora la sua missione sarà conclusa. Dal Padre riceve, trasforma, santifica, risuscita, dona al Padre. Tutto è dal Padre. Tutto è per il Padre.

Questa stessa verità vale per la Chiesa, che è il sacramento di Cristo, per la salvezza del mondo. Essa deve porre ogni attenzione ad essere sempre vitalmente legata al suo Maestro e Signore. È in questo legame che potrà consegnare al Padre quanto il Padre per mezzo di Cristo, ogni giorno le dona. Se non è legata a Cristo, come Cristo è legato al padre, molte anime si perdono, di esse però è responsabile dinanzi a Dio.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci una cosa sola con Cristo.

Commento a cura del Movimento Apostolico

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