Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.
In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
La duplice risurrezione, per la vita e per la morte, è verità già pienamente rivelata nell’Antico Testamento. Giusti ed ingiusti, fedeli a Dio e infedeli alla verità non avranno la stessa vita nell’eternità. Essa sarà di gioia per chi ha vissuto per il bene. Sarà invece di tenebra e di tristezza eterna per quanti sono stati operatori di iniquità.
Duri sono i vostri discorsi contro di me – dice il Signore – e voi andate dicendo: «Che cosa abbiamo detto contro di te?». Avete affermato: «È inutile servire Dio: che vantaggio abbiamo ricevuto dall’aver osservato i suoi comandamenti o dall’aver camminato in lutto davanti al Signore degli eserciti? Dobbiamo invece proclamare beati i superbi che, pur facendo il male, si moltiplicano e, pur provocando Dio, restano impuniti». Allora parlarono tra loro i timorati di Dio. Il Signore porse l’orecchio e li ascoltò: un libro di memorie fu scritto davanti a lui per coloro che lo temono e che onorano il suo nome. Essi diverranno – dice il Signore degli eserciti – la mia proprietà particolare nel giorno che io preparo. Avrò cura di loro come il padre ha cura del figlio che lo serve. Voi allora di nuovo vedrete la differenza fra il giusto e il malvagio, fra chi serve Dio e chi non lo serve. Ecco infatti: sta per venire il giorno rovente come un forno. Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno, venendo, li brucerà – dice il Signore degli eserciti – fino a non lasciar loro né radice né germoglio. Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia e voi uscirete saltellanti come vitelli dalla stalla. Calpesterete i malvagi ridotti in cenere sotto le piante dei vostri piedi nel giorno che io preparo, dice il Signore degli eserciti (Mal 3,13-21).
Venuto meno il primo, allo stesso modo esponevano allo scherno il secondo e, strappatagli la pelle del capo con i capelli, gli domandavano: «Sei disposto a mangiare, prima che il tuo corpo venga straziato in ogni suo membro?». Egli, rispondendo nella lingua dei padri, protestava: «No». Perciò anch’egli subì gli stessi tormenti del primo. Giunto all’ultimo respiro, disse: «Tu, o scellerato, ci elimini dalla vita presente, ma il re dell’universo, dopo che saremo morti per le sue leggi, ci risusciterà a vita nuova ed eterna». Dopo costui fu torturato il terzo, che alla loro richiesta mise fuori prontamente la lingua e stese con coraggio le mani, dicendo dignitosamente: «Dal Cielo ho queste membra e per le sue leggi le disprezzo, perché da lui spero di riaverle di nuovo». Lo stesso re e i suoi dignitari rimasero colpiti dalla fierezza di questo giovane, che non teneva in nessun conto le torture. Fatto morire anche questo, si misero a straziare il quarto con gli stessi tormenti. Ridotto in fin di vita, egli diceva: «È preferibile morire per mano degli uomini, quando da Dio si ha la speranza di essere da lui di nuovo risuscitati; ma per te non ci sarà davvero risurrezione per la vita» (2Mac 7,7-14).
È cosa giusta che ci chiediamo: cosa aggiunge il Signore Gesù all’antica legge divina della risurrezione? Qual è il suo ruolo specifico? Quale la novità che urge che noi mettiamo nel cuore? Qual è la perfetta, la vera, la celeste ed umana relazione che i risorti avranno con Cristo Gesù? Diciamo fin da subito che il Padre celeste risusciterà i giusti in Cristo, con Cristo, per Cristo, immergendoli nella sua risurrezione. Li renderà partecipi del corpo immortale, spirituale, incorruttibile, di luce, di gloria che è proprio del suo Figlio Unigenito. Inoltre è necessario aggiungere che i giusti risorgeranno come Lui proprio a causa della sua gloriosa risurrezione. Dio, sulla terra e nei cieli, nel tempo e nell’eternità, ci fa dono del suo Verbo Crocifisso e Risorto.
Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
Chi avrà portato l’immagine del Verbo Incarnato Crocifisso, porterà anche l’immagine del Verbo Incarnato Risorto. Una sola immagine, non due. Oggi e nell’eternità sempre ad immagine del Figlio Unigenito del Padre. Chi vuole essere domani ad immagine del Cristo della gloria dovrà essere oggi ad immagine del Cristo dell’ignominia. Oggi dovrà prendere la croce della fede, dell’obbedienza, della verità, del Vangelo e portarla con infinito amore, rinnegando se stesso e camminando dietro Gesù per tutti i giorni della sua vita. Chi diviene oggi corpo crocifisso di Gesù domani diverrà suo corpo glorioso.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci essere corpo di Gesù.
Commento a cura del Movimento Apostolico
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