In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.
Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».
Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono.
Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».
Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.
Per l’Apostolo Giovanni il fine di ogni miracolo raccontato nel suo Vangelo è uno solo: condurre il lettore a credere che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio. Perché si deve credere che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio? Perché, credendo, si abbia la vita nel suo nome. Dio è la vita eterna e la vita eterna è in Cristo Gesù. Chi crede nel Figlio ha la vita. Chi non crede non ha la vita, perché non ha creduto nel nome dell’Unigenito Figlio di Dio.
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome (Gv 20,30-31).
Chi crede nel Figlio di Dio, ha questa testimonianza in sé. Chi non crede a Dio, fa di lui un bugiardo, perché non crede alla testimonianza che Dio ha dato riguardo al proprio Figlio. E la testimonianza è questa: Dio ci ha donato la vita eterna e questa vita è nel suo Figlio. Chi ha il Figlio, ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita. Questo vi ho scritto perché sappiate che possedete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figlio di Dio.
E questa è la fiducia che abbiamo in lui: qualunque cosa gli chiediamo secondo la sua volontà, egli ci ascolta. E se sappiamo che ci ascolta in tutto quello che gli chiediamo, sappiamo di avere già da lui quanto abbiamo chiesto. Sappiamo che chiunque è stato generato da Dio non pecca: chi è stato generato da Dio preserva se stesso e il Maligno non lo tocca. Noi sappiamo che siamo da Dio, mentre tutto il mondo sta in potere del Maligno. Sappiamo anche che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato l’intelligenza per conoscere il vero Dio. E noi siamo nel vero Dio, nel Figlio suo Gesù Cristo: egli è il vero Dio e la vita eterna (Gv 5,10-20).
La fede non nasce dalla lettura del Vangelo. La fede nasce dalla fede del discepolo. Il discepolo vede le opere di Gesù, ascolta le Parola di Gesù, crede in Gesù, vero Figlio di Dio e Salvatore, vita eterna per ogni uomo. Ma chi fa nascere la fede nei discepoli di Gesù? Nel Vangelo secondo Giovanni la Persona che mai dovrà mancare sia in ordine alla nascita della fede nei discepoli che in ordine alla sua conservazione e crescita nella verità è la Madre di Gesù. Per questo al Golgota Essa è data al discepolo.
Se la Vergine Maria manca nella vita del discepolo come vera Madre di Gesù, mai la vera fede in Gesù nascerà nel suo cuore. Se la Madre di Gesù manca nella vita del discepolo come sua vera Madre, mai la vera fede crescerà di verità in verità e mai sarà conservata buona sino alla fine. Senza la Madre di Gesù non si approda alla vera fede in Gesù e neanche la vera fede giungerà a piena maturazione. Inoltre, perché la vera fede sorga nel cuore del discepolo e maturi, è necessario che ognuno obbedisca a Cristo Gesù e alla Madre di Gesù. Maria obbedisce alla sua maternità. Cristo alla sua figliolanza.
I servi al loro servizio. Ogni altro al suo specifico ministero. La vera fede nasce da una comunione di obbedienza. Nessuno dovrà privare la nascita della vera fede in un cuore a causa della sua disobbedienza al suo essere, al suo ministero, alla sua responsabilità dinanzi a Dio e agli uomini. Se oggi c’è poca fede nei cuori la causa è da cercare in alcuni pilastri che sono venuti meno. Uno di questi pilastri essenziali è il discepolo di Gesù, che si è liberato dalla responsabilità di dover far nascere la fede.
Madre di Dio, Angeli. Santi, fate che discepoli si riapproprino della loro responsabilità.
Commento a cura del Movimento Apostolico
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