Lc 12,8-12
Lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio.
Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato.
Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire».
Attesta il Salmo che la Parola del Signore è provata con il fuoco: “La via di Dio è perfetta, la parola del Signore è purificata nel fuoco; egli è scudo per chi in lui si rifugia (Sal 18 (17) 31).
Anche ogni Parola di Gesù è provata con il fuoco. Essa è prima messa nel fuoco, solo se resiste al fuoco, Gesù la proferisce. Se il fuoco non l’ha distrutta, la potrà distruggere la storia? Non è in suo potere fare questo. Gli Atti degli Apostoli testimoniano come solo lo Spirito Santo avrebbe potuto salvare Paolo nel Sinedrio, da una situazione ormai per lui di sicura morte. È stata sufficiente una parola proferita nello Spirito Santo per avere salva la vita e cosi poter continuare la missione.
Con lo sguardo fisso al sinedrio, Paolo disse: «Fratelli, io ho agito fino ad oggi davanti a Dio in piena rettitudine di coscienza». Ma il sommo sacerdote Anania ordinò ai presenti di percuoterlo sulla bocca. Paolo allora gli disse: «Dio percuoterà te, muro imbiancato! Tu siedi a giudicarmi secondo la Legge e contro la Legge comandi di percuotermi?».
E i presenti dissero: «Osi insultare il sommo sacerdote di Dio?». Rispose Paolo: «Non sapevo, fratelli, che fosse il sommo sacerdote; sta scritto infatti: Non insulterai il capo del tuo popolo».
Paolo, sapendo che una parte era di sadducei e una parte di farisei, disse a gran voce nel sinedrio: «Fratelli, io sono fariseo, figlio di farisei; sono chiamato in giudizio a motivo della speranza nella risurrezione dei morti». Appena ebbe detto questo, scoppiò una disputa tra farisei e sadducei e l’assemblea si divise. I sadducei infatti affermano che non c’è risurrezione né angeli né spiriti; i farisei invece professano tutte queste cose.
Ci fu allora un grande chiasso e alcuni scribi del partito dei farisei si alzarono in piedi e protestavano dicendo: «Non troviamo nulla di male in quest’uomo. Forse uno spirito o un angelo gli ha parlato». La disputa si accese a tal punto che il comandante, temendo che Paolo venisse linciato da quelli, ordinò alla truppa di scendere, portarlo via e ricondurlo nella fortezza.
La notte seguente gli venne accanto il Signore e gli disse: «Coraggio! Come hai testimoniato a Gerusalemme le cose che mi riguardano, così è necessario che tu dia testimonianza anche a Roma» (At 23,1-11).
Anche quella che dice: “Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio”. Gesù lo dice. È sua Parola eterna. Tu mi riconosci, io ti riconosco. Tu non mi riconosci, io non ti riconosco.
Ma chi crede più in questa sua Parola? Non diciamo tutti che le porte dell’inferno sono chiuse e che aperte sono solo quelle della misericordia? Noi non abbiamo tutti chiuso le porte della fedeltà, della giustizia, del giusto giudizio di Dio? Non abbiamo noi gettato le chiavi delle porte della verità del Vangelo, in nome di una falsità quotidianamente da noi inventata a nostro danno eterno?
C’è forse qualcuno che parla del peccato imperdonabile che è quello contro lo Spirito Santo? Non diciamo tutti che non vi sono peccati che non possono essere perdonati? Il guaio è però uno solo: la nostra parola non è stata verificata con il fuoco.
Se anche noi come il Padre Celeste, come Gesù, mettessimo prima le nostre parole nel fuoco e dicessimo solo le parole rimaste intatte, resteremmo muti per l’eternità. Neanche potremmo dire parole di teologia, ascetica, mistica. Dovremmo dire solo Parole di Vangelo, senza alcun commento.
È infatti sempre facile inserire nelle Parole del Vangelo una nostra parola falsa e menzognera che rende falso tutto il Vangelo. La nostra parola è come gocce di veleno messe in un bicchiere d’acqua. Tutta l’acqua è avvelenata. Non è più bevibile. Chi la beve, muore. Tanta potenza di male è racchiusa in una sola nostra falsa parola. La Parola di Cristo è perfetta Parola di Dio. È Parola che salva. Se la nostra non diviene Parola di Gesù, mai potrà essere di salvezza.
Commento a cura del Movimento Apostolico
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