In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti».
Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.
Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
La gente, chi dice che io sia?
Alla domanda posta da Cristo Gesù ai suoi discepoli, risponde San Paolo e dice che il mondo, la gente, né Giudei e né Greci hanno conosciuto Cristo. Né sapevano prima, né sanno ora chi è Gesù. Tutto il suo impegno missionario è finalizzato a far conoscere Cristo a Ebrei e a Greci. Senza la vera conoscenza di Cristo, il mondo è nelle tenebre.
La parola della croce infatti è stoltezza per quelli che si perdono, ma per quelli che si salvano, ossia per noi, è potenza di Dio. Sta scritto infatti: Distruggerò la sapienza dei sapienti e annullerò l’intelligenza degli intelligenti. Dov’è il sapiente? Il dotto dov’è? Dov’è il sottile ragionatore di questo mondo? Dio non ha forse dimostrato stolta la sapienza del mondo? Poiché infatti, nel disegno sapiente di Dio, il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio salvare i credenti con la stoltezza della predicazione.
Mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio. Infatti ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini. Grazie a lui voi siete in Cristo Gesù, il quale per noi è diventato sapienza per opera di Dio, giustizia, santificazione e redenzione, perché, come sta scritto, chi si vanta, si vanti nel Signore.
Anch’io, fratelli, quando venni tra voi, non mi presentai ad annunciarvi il mistero di Dio con l’eccellenza della parola o della sapienza. Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e Cristo crocifisso. Mi presentai a voi nella debolezza e con molto timore e trepidazione. La mia parola e la mia predicazione non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio.
Tra coloro che sono perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo, che vengono ridotti al nulla. Parliamo invece della sapienza di Dio, che è nel mistero, che è rimasta nascosta e che Dio ha stabilito prima dei secoli per la nostra gloria. Nessuno dei dominatori di questo mondo l’ha conosciuta; se l’avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria. Ma, come sta scritto: Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, Dio le ha preparate per coloro che lo amano. Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti conosce bene ogni cosa, anche le profondità di Dio (1Cor, 1,18-2,10).
Giudei e Gentili sono nell’ignoranza di Cristo. Chi deve dare loro la retta conoscenza del Salvatore e del Redentore del mondo sono gli Apostoli. Ma gli Apostoli conoscono chi è Gesù? Sanno i contenuti della sua missione? Sono a conoscenza di cosa chiede Gesù per entrare e abitare nel mistero della sua salvezza? Pietro risponde che Gesù è il Messia, il Cristo. Poiché ora sia lui che gli altri Apostoli conoscono che Lui è il Cristo, devono osservare su questa verità il più rigoroso silenzio. Perché?
Il mondo dei Giudei confonde il Cristo di Dio con il Cristo degli uomini, il Cristo pensato da Dio e il Cristo pensato dalla gente. Anche gli Apostoli ancora confondono il Cristo del Padre e il Cristo del mondo. Ora Gesù deve dedicarsi ad insegnare e a manifestare loro tutta la verità sulla sua persona e sulla sua missione. Dopo potranno parlare di Lui. Dovranno!
Nessun Apostolo del Signore dovrà annunziare senza purezza di verità Cristo Gesù e il suo mistero, la sua missione e la sua opera. Dire malamente Cristo è lasciare il mondo nelle sue tenebre. Nulla nuoce di più al mondo di un annunzio di Cristo fatto senza verità, nella falsità, secondo le attese degli uomini. Meglio non conoscere il vero Cristo che conoscerne uno falso. La non conoscenza del vero Cristo, lascia il mondo nelle tenebre. La predicazione di un falso Cristo crea tenebre ancora più forti e buie. Oggi l’immoralità dilagante del mondo è anche dalla predicazione di un falso Cristo.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci datori del vero Cristo.
Commento a cura del Movimento Apostolico
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