Verbum Domini

Vangelo (22 Agosto 2018): Sei invidioso perché io sono buono?

Mt 20,1-16
Sei invidioso perché io sono buono?

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

Ogni uomo che vive sulla terra, che è vissuto, o che vivrà, mai potrà accusare il Signore di ingiustizia, di male o di altre cose nefande e abominevoli. Il nostro Dio è sommo ed infinito bene. La sua natura è carità eterna, divina. Le tre Persone divine vivono in una comunione perfettissima di amore. Da esse mai potrà scaturire il male. L’uomo può attribuire a Dio il male, l’ingiustizia, ciò che non è bene, solo mentendo, dicendo di Lui una falsa testimonianza, accusandolo ingiustamente. Lui è innocente per tutto ciò che di non buono si riversa sulla nostra umanità.



Eppure vi sono molti che lo bestemmiano, contro di Lui mormorano, si lamentano, verso di Lui non sono mai contenti, gioiosi. Questa è la tentazione di Satana: farci credere che il male venga da Lui così noi ce ne allontaniamo, cadendo interamente nelle sue braccia che sono di morte e di perdizione eterna. L’uomo di fede sa questo e mai cade nella tentazione. Sa che è proprio Satana il padre di ogni male e si rifugia nel Signore, dove si trova solo pace, gioia, misericordia, compassione, amore.

La parabola di Gesù ci rivela tutta la misericordia, la bontà, la pietà del Padre verso l’uomo. Sempre passa. Sempre lo chiama. Anche all’ultima ora della vita Lui passa e chiama. Personalmente ho confessato persone chiamate all’ultimo minuto della loro vita. Questa è la bontà del Signore. Lui sempre entra nel cuore di chi gli apre la porta. Gli operai della prima ora non vedono la bontà e la misericordia del Padre verso l’uomo bisognoso, povero, misero. Contemplano solo i loro meschini interessi personali. Eppure il Signore non aveva tolto nulla. Non aveva privato essi di qualcosa per darla agli altri operai. Questo è l’uomo: invidia, egoismo, chiusura in se stesso, incapacità di amare, di vedere le necessità dei suoi fratelli. L’uomo è veramente disumano.

Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.




Gli operai della prima ora devono sapere che essere presi a giornata è una vera grazia. Non è un diritto. È una grazia. Se ogni lavoratore pensasse che il lavoro che un altro ti offre, sempre sul fondamento della giustizia, è vera grazia, vero atto di misericordia, lo vivrebbe come purissima grazia e ogni giorno benedirebbe il suo datore di lavoro. Invece l’egoismo del cuore, la stoltezza della mente, fa vivere il rapporto tra datore di lavoro ed operai sempre in una conflittualità permanente. Manchiamo di vera umanità. Una grazia la pensiamo come un diritto, ignorando che ognuno di noi ha il dovere di guadagnarsi il pane con il sudore della fronte. Ma nessuno ha il dovere di creare lavoro per gli altri. Se crea lavoro e ha bisogno di operai, questi vanno trattati secondo giustizia. Il dovere della giustizia obbliga tutti.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, facci operatori di giustizia.



Commento del Movimento Apostolico

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