In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.
Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.
Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena».
Il verbo “rimanere” è caro all’evangelista Giovanni. Esso significa abitare, dimorare, restare, vivere, essere dentro, piantarsi, collocarsi, inserirsi, divenire una cosa sola.
Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: L’uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo (Gv 1, 33). Gesù disse: “Per poco tempo ancora rimango con voi, poi vado da colui che mi ha mandato (Gv 7, 33). Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: “Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli (Gv 8, 31). Gesù rispose loro: “Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: Noi vediamo, il vostro peccato rimane” (Gv 9, 41).
In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto (Gv 12, 24). Allora la folla gli rispose: “Noi abbiamo appreso dalla Legge che il Cristo rimane in eterno; come dunque tu dici che il Figlio dell’uomo deve essere elevato? Chi è questo Figlio dell’uomo?” (Gv 12, 34). Io come luce sono venuto nel mondo, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre (Gv 12, 46).
Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre (Gv 14, 16). Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non Rimane nella vite, così anche voi se non Rimanete in me (Gv 15, 4). Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla (Gv 15, 5). Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano (Gv 15, 6). Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato (Gv 15, 7).
Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore (Gv 15, 9). Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore (Gv 15, 10). Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda (Gv 15, 16).
E il mondo passa con la sua concupiscienza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno! (1Gv 2, 17). Quanto a voi, tutto ciò che avete udito da principio rimanga in voi. Se rimane in voi quel che avete udito da principio, anche voi rimarrete nel Figlio e nel Padre (1Gv 2, 24). E quanto a voi, l’unzione che avete ricevuto da lui rimane in voi e non avete bisogno che alcuno vi ammaestri; ma come la sua unzione vi insegna ogni cosa, è veritiera e non mentisce, così state saldi in lui, come essa vi insegna (1Gv 2, 27). E ora, figlioli, rimanete in lui, perché possiamo aver fiducia quando apparirà e non veniamo svergognati da lui alla sua venuta (1Gv 2, 28).
Chiunque rimane in lui non pecca; chiunque pecca non lo ha visto né l’ha conosciuto (1Gv 3, 6). Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte (1Gv 3, 14). Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi (1Gv 4, 12). Da questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha fatto dono del suo Spirito (1Gv 4, 13).
Nei comandamenti il discepolo deve porre la sua abitazione perenne. Lui e i comandamenti devono essere una cosa sola, una sola natura, allo stesso modo che Cristo e il Padre sono una sola natura. Non solo il discepolo deve essere una sola natura con i comandamenti, dai comandamenti mai deve uscire. Se esce, non è più una sola natura, sono due nature.
L’amore del discepolo di Gesù per Gesù è amore per i comandamenti di Gesù, per la sua Parola. Non è amore che viene comandato dall’esterno. È amore di sola natura. Il cristiano realizza la sua natura, rimane natura cristiana, amando. È natura di Cristo, amando. Se non ama, non è più natura di Cristo. Se non è natura di Cristo, il comando diviene obbligazione esterna. Sono due nature e non più una sola natura. È un amore che non produce alcun frutto. È un amore attaccato, ma non frutto della natura.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci natura di amore in Cristo.
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