Categorie: Verbum Domini

Vangelo (24 Aprile) Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri

Gv 13,31-35
Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri

Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».

Se avete amore gli uni per gli altri

Lo Spirito Santo guida gli agiografi indicando loro la via per vivere con frutti la missione evangelizzatrice. In San Marco la missione è accompagnata dai segni operati da Gesù. Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano (Mc 16,14-20). Con Matteo scompaiono i segni. Quanto il discepolo dice, deve mostrarlo vero con la sua vita in tutto conforme alla Parola annunziata, profetizzata, predicata.

Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,16-20).

Con Luca i discepoli sono chiamati ad essere testimoni di Gesù, nella parola e nelle opere, nel dire e nel fare. Sarà lo Spirito Santo a tracciare per ognuno la sua via. Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto» (Lc 24,45-49). Con Paolo è la possente vita cristiana a prova di ogni sofferenza, martirio, che testimonierà per loro. La vita attesta la verità del Vangelo che viene predicato. Da parte nostra non diamo motivo di scandalo a nessuno, perché non venga criticato il nostro ministero; ma in ogni cosa ci presentiamo come ministri di Dio con molta fermezza: nelle tribolazioni, nelle necessità, nelle angosce, nelle percosse, nelle prigioni, nei tumulti, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni; con purezza, con sapienza, con magnanimità, con benevolenza, con spirito di santità, con amore sincero, con parola di verità, con potenza di Dio; con le armi della giustizia a destra e a sinistra; nella gloria e nel disonore, nella cattiva e nella buona fama; come impostori, eppure siamo veritieri; come sconosciuti, eppure notissimi; come moribondi, e invece viviamo; come puniti, ma non uccisi; come afflitti, ma sempre lieti; come poveri, ma capaci di arricchire molti; come gente che non ha nulla e invece possediamo tutto! (1Cor 6,3-10).

Con Giovanni è come se tutto venisse cancellato. Vi è un solo modo per essere riconosciuti discepoli di Gesù: dall’amore, dal purissimo amore degli uni verso gli altri. Lo Spirito Santo rivela a Giovanni che non occorre più alcuna potenza di operare prodigi e segni, nessuna grande manifestazione celeste. Cristo viene riconosciuto dall’amore vicendevole dei discepoli. Un discepolo che ama un altro discepolo, come Cristo ha amato, fino al dono totale di sé, questo amore puro, totale, senza riserve attesta che veramente Gesù è il Salvatore, il Redentore, il datore della vita eterna.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, insegnateci il vero amore.

Commento a cura del Movimento Apostolico

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