In quel tempo, Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo:
«Benedetto il Signore, Dio d’Israele,
perché ha visitato e redento il suo popolo,
e ha suscitato per noi un Salvatore potente
nella casa di Davide, suo servo,
come aveva detto
per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo:
salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza,
del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.
E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo
perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,
per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza
nella remissione dei suoi peccati.
Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio,
ci visiterà un sole che sorge dall’alto,
per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre
e nell’ombra di morte,
e dirigere i nostri passi
sulla via della pace».
La storia della salvezza è il frutto della tenerezza e della misericordia di Dio. Tenerezza e misericordia iniziano con il dialogo del Signore con il serpente. Proseguono con Abramo e con tutti i profeti. È sempre il Signore che promette, profetizza, giura. Tutto è da Lui stabilito con decreto eterno. La tenerezza e la misericordia di Dio trovano il loro culmine sul legno della croce. Anche l’invio degli Apostoli nel mondo per la missione evangelizzatrice è il frutto dell’amore del nostro Dio. Tutta la Scrittura è l’attestazione di questa divina carità. Ma è sempre l’uomo in Cristo, con Cristo, per Cristo, lo strumento della tenerezza e della misericordia di Dio. Se l’uomo ritira la sua consegna a Dio, Egli non può manifestare se stesso in tutta la forza, la verità, la luce, la giustizia della sua divina carità. Dio chiede che l’uomo si dia tutto a Lui perché Lui dia tutto se stesso all’uomo. Dio si dona nella misura in cui l’uomo si dona a Lui.
Allora il Signore Dio disse al serpente: «Poiché hai fatto questo, maledetto tu fra tutto il bestiame e fra tutti gli animali selvatici! Sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno» (Gen 3,14-15).
L’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non hai risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito, io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce» (Gen 22,15-18).
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio» (Gv 3,16-21).
È questa la tenerezza e la misericordia del nostro Dio: la volontà di salvezza universale e l’incarnazione del suo Verbo Eterno al fine di operare l’umana redenzione. La misericordia non è solo volontà di bene, ma è volontà e attuazione di essa. A nulla serve la volontà di bene, se poi non si ha la facoltà o i mezzi per poterlo attuare.
Giovanni il Battista è strumento della tenerezza e misericordia di Dio perché pieno di Spirito Santo. Anche Cristo è strumento, mediatore, compimento della salvezza del Padre perché colmo di Spirito Santo. Il discepolo di Gesù, se vuole essere strumento della misericordia del Padre, in Cristo Signore, per opera dello Spirito Santo, deve anche lui colmarsi di Spirito Santo, crescendo ininterrottamente in grazia e sapienza. Un cristiano senza lo Spirito del Signore nel suo cuore mai potrà divenire strumento nelle mani del Padre e mai per lui la salvezza si compirà in un solo cuore. Se il mondo oggi è lontano da Cristo è perché il cristiano è assai lontano dallo Spirito Santo.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fateci strumenti di vera salvezza colmi di Spirito Santo.
Commento a cura del Movimento Apostolico
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