Lc 19,45-48
Avete fatto della casa di Dio un covo di ladri.
In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo.
I veri profeti di Dio sono sempre impegnati nella purificazione del culto. Un culto santo, vero, giusto attesta e rivela un cuore santo, vero, giusto. Un culto immorale, perché solo di facciata, manifesta il disordine del cuore. Questo culto non è gradito al Signore.
Ascoltate la parola del Signore, capi di Sòdoma; prestate orecchio all’insegnamento del nostro Dio, popolo di Gomorra! «Perché mi offrite i vostri sacrifici senza numero? – dice il Signore. Sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso di pingui vitelli. Il sangue di tori e di agnelli e di capri io non lo gradisco. Quando venite a presentarvi a me, chi richiede a voi questo: che veniate a calpestare i miei atri?
Smettete di presentare offerte inutili; l’incenso per me è un abominio, i noviluni, i sabati e le assemblee sacre: non posso sopportare delitto e solennità. Io detesto i vostri noviluni e le vostre feste; per me sono un peso, sono stanco di sopportarli. Quando stendete le mani, io distolgo gli occhi da voi.
Anche se moltiplicaste le preghiere, io non ascolterei: le vostre mani grondano sangue. Lavatevi, purificatevi, allontanate dai miei occhi il male delle vostre azioni. Cessate di fare il male, imparate a fare il bene, cercate la giustizia, soccorrete l’oppresso, rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova». «Su, venite e discutiamo – dice il Signore.
Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana. Se sarete docili e ascolterete, mangerete i frutti della terra. Ma se vi ostinate e vi ribellate, sarete divorati dalla spada, perché la bocca del Signore ha parlato» (Is 1,10-20).
Gesù vuole che la casa del Padre suo sia la casa della Parola, dell’insegnamento, dell’ammaestramento. Sia la casa nella quale risuona in modo stabile e perenne il canto della volontà di Dio. Oggi dobbiamo fare la Chiesa la casa del canto del Vangelo, della verità, della fede. Il canto della vera predicazione, della vera catechesi, del vero insegnamento della rivelazione. Innalzato verso l’uomo questo canto santo, si celebrano i divini misteri attraverso i quali la vita di Cristo Signore diviene vita di ogni persona che partecipa al culto e vive la divina liturgia.
La Chiesa vive di Parola. Solo se vive di Parola potrà vivere di Eucaristia, di questa forza divina, che è lo stesso Dio che viene in noi, diviene nostra vita, perché noi possiamo realizzare la sua eterna volontà. Se la Chiesa non vive di Parola, per la Parola, l’Eucaristia che distribuisce si trasforma in forza vana. Ci si ricolma di grazia, ma per fare cosa? La forza dell’Eucaristia, della grazia consiste nel trasformare la Parola ascoltata, insegnata in pienezza di verità in nostra quotidiana vita.
Ogni culto che non conduce all’osservanza della Parola è vano, è anche peccaminoso. Spesso si trasforma anche in uno scandalo distruttore. La Chiesa mai potrà tollerare che questo accada. Ma oggi forse non cercano tutti un culto senza Parola? Non chiedono tutti l’Eucaristia con il peccato nel cuore e nella mente? Non sollecitano quanti nella Chiesa hanno responsabilità perché facciano riforme in tal senso? La Chiesa è Chiesa della Parola. Se disgiunge la grazia dalla Parola, essa stessa si trasformerà in una spelonca di ladri. Una Chiesa senza Parola non serve all’umanità.
Ed entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: La mia casa sarà casa di preghiera. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri». Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo.
È obbligo della Chiesa vigilare su se stessa perché non diventi un covo di ladri. È suo dovere discernere tra percorsi pastorali che conducono le persone ad una vera conversione e licenze varie a ricevere i sacramenti senza che il cuore venga rivolto verso la Parola del Signore. Essa dovrà sempre condurre se stessa evitando le secche del rigorismo e quelle del lassismo. Essa è la Maestra che sempre dovrà sapere insegnare ai suoi figli la vera via della conversione. La Parola è il bene primario nella quale è racchiuso ogni altro bene. Senza la Parola ogni altro bene è inutile.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci ascoltatori della Parola.
Commento a cura del Movimento Apostolico