In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro:
«Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato.
Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il comando missionario consegnato da Gesù ai Dodici va analizzato parola per parola. Di esso va colta tutta la verità. Poiché il comando obbliga sempre, mai potrà essere disatteso, comprenderlo è necessario al fine di poter obbedire ad esso con coscienza retta, scienza illuminata dallo Spirito Santo, volontà ferma e risoluta.
Alla proclamazione della Parola, del Vangelo, la prima risposta è data dalla fede. Chi crederà necessariamente dovrà passare attraverso le acque del battesimo che sarà fatto nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Con il battesimo inizia il cammino della vera salvezza.
Ma chi non crederà sarà condannato. Quando il Vangelo è proclamato nella sua verità e luce divina, esso obbliga alla fede. Chi non crede nel Vangelo viene escluso dalla salvezza. Anzi è condannato perché non ha creduto, non ha accolto il dono che il Padre gli ha offerto. Il Padre ha bussato. Non gli è stato aperto. Non c’è salvezza.
Oggi questa consegna di Gesù Signore ai Dodici, che obbliga tutti i loro successori e tutti i ministri ordinati associati alla loro missione apostolica attraverso il sacramento del presbiterato, è fortemente in crisi a moti di elementi estranei che sono stati seminati nel Vangelo, privandolo della sua forza di salvezza e di redenzione.
Il comando rimane comando in eterno. Obbliga sempre e per sempre. Nessun pensiero umano lo potrà mai abrogare. Se si abroga questo comando, muore il Vangelo, muore la Chiesa. A nulla serve mantenere in piedi la struttura del sacro della Chiesa, se poi si insegna che la salvezza viene per altre infinite vie volute tutte da Dio. È falsità.
Non sono più i Dodici, come nella prima missione a compiere segni e prodigi. Segni e prodigi sono il frutto della fede nel cuore di ogni credente in Gesù Signore. La storia della Chiesa ci rivela già dagli Atti degli Apostoli la verità di questa Parola di Gesù.
Nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno. Come si potrà notare, Gesù concede più poteri a quanti credono in Lui, di quelli da Lui stesso esercitati. Tutto è possibile a colui che crede.
Ma quando si ha fede in Cristo? Quando si vive la Parola di Cristo Gesù. Vivendo la Parola cresce la nostra partecipazione alla natura divina della nostra natura che è divenuta natura del corpo di Cristo. Crescendo nella natura si cresce anche nei segni e nei prodigi. Tutto nella nostra religione è finalizzato a vivere tutta la Parola di Gesù. Un cristiano che non vive nella Parola, non crede in Cristo e neanche è salvato. Anche la salvezza è dall’obbedienza ad ogni Parola del Vangelo. Tutto è dalla vita nel Vangelo.
Madre di Dio, Angeli, Santi, aiutateci a fare della nostra vita un’obbedienza al Vangelo.
Commento a cura del Movimento Apostolico
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