Togli prima la trave dal tuo occhio.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».
Essere giudici, spietati critici, eterni mormoranti dei fratelli è facile. Diviene difficile essere severi con se stessi. Ma questo è il male dell’uomo. Si pensa sempre giusto, vede sempre peccatori gli altri. Ascoltiamo quanto è accaduto a Davide e capiremo.
Il Signore mandò il profeta Natan a Davide, e Natan andò da lui e gli disse: «Due uomini erano nella stessa città, uno ricco e l’altro povero. Il ricco aveva bestiame minuto e grosso in gran numero, mentre il povero non aveva nulla, se non una sola pecorella piccina, che egli aveva comprato. Essa era vissuta e cresciuta insieme con lui e con i figli, mangiando del suo pane, bevendo alla sua coppa e dormendo sul suo seno. Era per lui come una figlia. Un viandante arrivò dall’uomo ricco e questi, evitando di prendere dal suo bestiame minuto e grosso quanto era da servire al viaggiatore che era venuto da lui, prese la pecorella di quell’uomo povero e la servì all’uomo che era venuto da lui». Davide si adirò contro quell’uomo e disse a Natan: «Per la vita del Signore, chi ha fatto questo è degno di morte. Pagherà quattro volte il valore della pecora, per aver fatto una tal cosa e non averla evitata». Allora Natan disse a Davide: «Tu sei quell’uomo!» (2Sam 12,1.7).
Non solo si era macchiato del gravissimo peccato di adulterio, per coprire il suo peccato aveva fatto uccidere il marito della donna, facendolo passare per un atto di guerra. Di questa trave che era nel suo occhio non vede nulla. Per una pecora presa da un uomo ad un altro uomo, va infinitamente oltre la legge. Decide la morte dell’uomo. Larghissimo per le sue colpe, strettissimo per quelle degli altri. Sappiamo però che il Signore lo portò a ravvedimento e lui si penti amaramente dei gravissimi peccati commessi. Conoscendo le molteplici travi che pesavano sul suo cuore, chiede anche al Signore la creazione di un cuore nuovo e di uno spirito saldo.
Noi siamo ad immagine di Dio. Il Signore non lavora per giudicare i suoi figli, ma per aiutarli a ritrovare sempre la via della vita. Lui non vuole la morte del peccatore. Vuole invece che si converta e viva. Per la vita di tutti i suoi figli ha dato il suo Figlio Unigenito come olocausto di amore e di grazia dalla Croce. Dinanzi ad un peccatore il discepolo di Gesù mai si dovrà presentare come giudice spietato, critico pieno di acredine, giusto che emette sentenze dalla sua santità. Questo era il mestiere dei farisei. Gesù vuole i suoi discepoli pieni di carità verso coloro che sbagliano. Li vuole però maestri esemplari in ogni cosa. È la loro vita il giudizio sulle opere di chi ancora non ama il Signore. Le loro parole invece devono essere sempre un invito a ritornare a Dio, il quale largamente perdona e accoglie tra le sue braccia.
Se noi siamo misericordiosi, perdoniamo, abbiamo sempre una parola di scusa, scusiamo chi sbaglia presso il Signore, come ha fatto Gesù sulla Croce: “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno”, Anche Gesù avrà una parola di scusa presso il Padre suo nel giorno del giudizio eterno: “Padre, abbi pietà di lui. È stato sempre misericordioso con i tuoi figli, non li ha giudicati, mai condannati, mai si è presentato loro con parole pungenti di critica spietata e crudele”.
Noi diamo una misura larga al Signore, Lui se ne servirà per un giudizio favorevole nell’ultimo giorno. Se la misericordia verso gli altri ritorna su di noi come un vero frutto di vita eterna, perché continuiamo ad essere spietati diavoli contro gli altri? Perché la misericordia è del cuore nuovo, mai potrà esserlo del cuore vecchio. Ognuno potrà sapere la natura del suo cuore. È cuore nuovo se ricco di grande misericordia. È cuore vecchio se è giudice spietato dei suoi fratelli. Non c’è alcuna misericordia per chi è senza misericordia.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci un cuore nuovo.
Commento del Movimento Apostolico
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