Verbum Domini

Vangelo 26 Febbraio 2019. Se uno vuole essere il primo, sia il servitore di tutti.

Mc 9,30-37
Il Figlio dell’uomo viene consegnato. Se uno vuole essere il primo, sia il servitore di tutti.

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».


E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

Se uno vuole essere il primo

Il regno di Dio è infinitamente differente da ogni regno degli uomini esistente sulla terra.

È anche infinitamente diverso da ogni altra forma dell’esercizio del potere, compresa anche la forma della democrazia, sotto qualsiasi forma o modalità venga essa esercitata. Nei regni e nei governi del mondo il potere o è tolto all’uomo o esso è delegato. Ma l’uomo non governa. Esso sarà sempre governato. Tutt’altra cosa avviene nel regno di Dio. Qui ognuno è chiamato ad esercitare personalmente il suo potere, quello che Dio gli ha conferito. Nei regni del mondo ognuno o è spogliato o si spoglia del potere. Nel regno di Dio, è Dio e Cristo che si spogliano del loro potere per darlo ad ogni credente in Cristo Gesù e anche ad ogni altro uomo.

Nel regno di Dio ogni potere esercitato è di amore, verità, luce, giustizia, misericordia, compassione. Questo potere che è di vera creazione del bene nel cuore dell’uomo si esercita dal basso e non dall’alto, dall’ultimo posto e non dal primo. È un potere che obbliga a prendere su di sé tutto il peccato del mondo per espiarlo con la nostra vita, lavandolo se necessario con il proprio sangue. Quanto San Paolo dice di Cristo e della sua Chiesa, non vale solo per il matrimonio, ma anche per ogni altro servizio prestato nel suo corpo, dal suo corpo. Si serve versando il proprio sangue per liberare il mondo da ogni male. Si dona la vita per salvare una vita. In questo Paolo è maestro.

Ora io sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa. Di essa sono diventato ministro, secondo la missione affidatami da Dio verso di voi di portare a compimento la parola di Dio, il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi. A loro Dio volle far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo alle genti: Cristo in voi, speranza della gloria. È lui infatti che noi annunciamo, ammonendo ogni uomo e istruendo ciascuno con ogni sapienza, per rendere ogni uomo perfetto in Cristo. Per questo mi affatico e lotto, con la forza che viene da lui e che agisce in me con potenza

(Col 1,24-29).

Amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la Chiesa


Nel timore di Cristo, siate sottomessi gli uni agli altri: le mogli lo siano ai loro mariti, come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, così come Cristo è capo della Chiesa, lui che è salvatore del corpo. E come la Chiesa è sottomessa a Cristo, così anche le mogli lo siano ai loro mariti in tutto. E voi, mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola con il lavacro dell’acqua mediante la parola, e per presentare a se stesso la Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata.

Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo: chi ama la propria moglie, ama se stesso. Nessuno infatti ha mai odiato la propria carne, anzi la nutre e la cura, come anche Cristo fa con la Chiesa, poiché siamo membra del suo corpo. Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne. Questo mistero è grande: io lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! Così anche voi: ciascuno da parte sua ami la propria moglie come se stesso, e la moglie sia rispettosa verso il marito (Ef 5,21-33).


I discepoli litigano perché pensano il regno di Dio in tutto simile ai regni e alle forme di governo di questo mondo. La lite di ieri finisce solo quando si pensa con i pensieri di Cristo e si serve con il suo cuore. Più si diviene con Cristo un solo cuore e una sola mente nello Spirito Santo e meno liti vi saranno tra i discepoli di Gesù.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci cuore di Cristo oggi.

Commento a cura del Movimento Apostolico

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