Verbum Domini

Vangelo 26 Luglio 2019. Colui che ascolta la Parola e la comprende, questi dà frutto.

Mt 13,18-23

Colui che ascolta la Parola e la comprende, questi dà frutto.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 

«Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

Colui che ascolta la Parola e la comprende

La Parola del Signore ha sempre bisogno della voce, del cuore, dell’intelligenza, della sapienza, di tutto lo spirito e l’anima dell’uomo perché da parola scritta diventi Parola di salvezza e di redenzione per tutto il popolo. In più la Parola deve risuonare nella pienezza della sua verità non in un cuore, ma in tutto il popolo del Signore.

Tutti devono ascoltare la stessa Parola e tutti la stessa spiegazione. È quanto avviene al tempo di Neemia. È dall’unica Parola di Dio, dall’unica sua verità, dall’unica comprensione di essa che il popolo risorge, diviene vero popolo del Signore.

Allora tutto il popolo si radunò come un solo uomo sulla piazza davanti alla porta delle Acque e disse allo scriba Esdra di portare il libro della legge di Mosè, che il Signore aveva dato a Israele. Il primo giorno del settimo mese, il sacerdote Esdra portò la legge davanti all’assemblea degli uomini, delle donne e di quanti erano capaci di intendere. Lesse il libro sulla piazza davanti alla porta delle Acque, dallo spuntare della luce fino a mezzogiorno, in presenza degli uomini, delle donne e di quelli che erano capaci d’intendere; tutto il popolo tendeva l’orecchio al libro della legge.

Esdra aprì il libro in presenza di tutto il popolo, poiché stava più in alto di tutti; come ebbe aperto il libro, tutto il popolo si alzò in piedi. Giosuè, Banì, Serebia, Iamin, Akkub, Sabbetài, Odia, Maasia, Kelità, Azaria, Iozabàd, Canan, Pelaià e i leviti spiegavano la legge al popolo e il popolo stava in piedi. Essi leggevano il libro della legge di Dio a brani distinti e spiegavano il senso, e così facevano comprendere la lettura (Ne 8,1-8).

La Parola va spiegata secondo Dio

Gesù insegna ai suoi discepoli che senza spiegazione la Parola seminata neanche attecchisce. Subito viene il diavolo e la porta via. Non entra nel cuore. Oggi si legge l’unica Parola, senza però l’unica sua verità e l’unica sua spiegazione. Ognuno legge e dalla parola trae ciò che desidera, vuole, pensa, immagina. Con quali risultati? La confusione in tutto il popolo di Dio e ogni caos sia spirituale che morale. Un tempo almeno sulle grandi questioni – unità e trinità di Dio, incarnazione, passione, morte, risurrezione di Gesù – vi è era almeno una specie di unità.

Oggi neanche il mistero della Trinità è salvo. Figuriamoci a pensare di poter salvare il mistero dell’incarnazione. Il Dio unico sta fagocitando ogni verità del mistero, tutto da questa diabolica invenzione è posto in un sarcofago per la putrefazione di ogni verità della nostra santa fede. Se la Parola non viene spiegata secondo Dio, ma ognuno la comprende a modo suo, non si può sperare di raccogliere qualche frutto. Neanche sul terreno buono essa maturerà. Il caos veritativo è così grande da non far regnare nei cuori nessuna verità. Ognuno cammina con le sue verità, le sue comprensioni, le sue interpretazioni.

Quando si dona il cuore alla Parola, è necessario che anche tutto il corpo sia di essa. Dare il corpo alla Parola è darlo alla persecuzione e ad ogni tribolazione che vengono dalla fede nella Parola. Anche lo spirito va dato alla Parola. Esso ormai deve pensare solo secondo il Vangelo, abbandonando tutti i pensieri della mente rivolti verso la terra, perché ormai vi è un solo pensiero da coltivare: come portare tutta la nostra persona nel più alto della gloria del cielo. Se corpo e spirito non sono dati alla Parola, nessun frutto sarà raccolto. Basta una tribolazione e si torna indietro. È sufficiente un pensiero di avarizia, superbia, vanagloria, lussuria, concupiscienza per le cose del mondo e subito ci si abbandona al mondo e alle sue leggi di vizio e di peccato. Fonte lachiesa.it

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli Santi, fateci interamente della Parola.

Commento a cura del Movimento Apostolico

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