In quel tempo, Gesù diceva alle folle:
«Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto?
Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo».
Gesù vuole i suoi discepoli sapienti, saggi, sempre prudenti, orientati alla ricerca del vero bene, incapaci di pensare cose stolte, insipienti, futili, vane, inutili. Li vuole sempre immersi nello Spirito Santo, illuminati dalla sua potente luce divina, condotti dalla sua forza irresistibile, perché mai la stoltezza conquisti il loro cuore, immergendolo nei pensieri e nelle falsità della terra e in quelle soluzioni che mai potranno essere di vita, secondo la purezza del Vangelo. L’insipienza mai dovrà appartenere ad un cristiano. Ma sempre il Signore invita l’uomo a lasciarsi governare dalla sapienza.
La sapienza forse non chiama e l’intelligenza non fa udire la sua voce? In cima alle alture, lungo la via, nei crocicchi delle strade si apposta, presso le porte, all’ingresso della città, sulle soglie degli usci essa grida: «A voi, uomini, io mi rivolgo, ai figli dell’uomo è diretta la mia voce. Imparate, inesperti, la prudenza e voi, stolti, fatevi assennati. Ascoltate, perché dirò cose rilevanti, dalle mie labbra usciranno sentenze giuste, perché la mia bocca proclama la verità e l’empietà è orrore per le mie labbra. Tutte le parole della mia bocca sono giuste, niente in esse è tortuoso o perverso; sono tutte chiare per chi le comprende e rette per chi possiede la scienza. Accettate la mia istruzione e non l’argento, la scienza anziché l’oro fino, perché la sapienza vale più delle perle e quanto si può desiderare non l’eguaglia.
Io, la sapienza, abito con la prudenza e possiedo scienza e riflessione. Temere il Signore è odiare il male: io detesto la superbia e l’arroganza, la cattiva condotta e la bocca perversa. A me appartengono consiglio e successo, mia è l’intelligenza, mia è la potenza. Per mezzo mio regnano i re e i prìncipi promulgano giusti decreti; per mezzo mio i capi comandano e i grandi governano con giustizia. Io amo coloro che mi amano, e quelli che mi cercano mi trovano. Ricchezza e onore sono con me, sicuro benessere e giustizia. Il mio frutto è migliore dell’oro più fino, il mio prodotto è migliore dell’argento pregiato.
Sulla via della giustizia io cammino e per i sentieri dell’equità, per dotare di beni quanti mi amano e riempire i loro tesori. Ora, figli, ascoltatemi: beati quelli che seguono le mie vie! Ascoltate l’esortazione e siate saggi, non trascuratela! Beato l’uomo che mi ascolta, vegliando ogni giorno alle mie porte, per custodire gli stipiti della mia soglia. Infatti, chi trova me trova la vita e ottiene il favore del Signore; ma chi pecca contro di me fa male a se stesso; quanti mi odiano amano la morte» (Cfr. Pr 8.1-36).
La sapienza si è costruita la sua casa, ha intagliato le sue sette colonne. Ha ucciso il suo bestiame, ha preparato il suo vino e ha imbandito la sua tavola. Ha mandato le sue ancelle a proclamare sui punti più alti della città: «Chi è inesperto venga qui!». A chi è privo di senno ella dice: «Venite, mangiate il mio pane, bevete il vino che io ho preparato.
Abbandonate l’inesperienza e vivrete, andate diritti per la via dell’intelligenza» (Pr 9,1-6).
Il Signore ha dato all’uomo tutta la sua sapienza. La sapienza di Dio è Cristo Signore. È la sua vita e la sua Parola. È il suo santo Spirito, testimone, interprete, luce e verità della sua vita e della sua Parola. Cristo è nostro.
Lo Spirito è nostro. Basta accoglierlo, farlo nostro. Basta trasformarlo in nostra vita e nostra parola. La stoltezza affanna l’uomo. La saggezza lo vivifica e lo rinnova. La stoltezza lo uccide. La sapienza lo risuscita. Nella stoltezza l’uomo consuma invano tutte le sue energie.
La saggezza è luce così potente da consentire ad ogni uomo di portare la sua vita sempre nella verità e nella bontà di essa. La sapienza è però un dono sempre da chiedere. Chi è umile e la chiede, vive. Chi è superbo e arrogante, non la chiede, muore. La nostra vita viene dalla sapienza eterna del Signore, solo nella sua sapienza, in Cristo e nello Spirito Santo la possiamo vivere in giustizia e verità.
Commento a cura del Movimento Apostolico
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