Vangelo del giorno – Martedì, 28 Aprile 2020
Lettura e commento al Vangelo 27 Aprile 2020 – Gv 6,30-35: Non Mosè, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, la folla disse a Gesù: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”».
Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».
Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane».
Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».
Parola del Signore
LEGGI: Oggi la Chiesa ricorda un grande santo. Ecco chi era
Commento a cura di Paolo Curtaz
Ha ragione il Signore Gesù: per quante soddisfazioni possiamo sperimentare nella nostra vita, per quanti risultati possiamo conseguire, per quanti sogni possiamo realizzare, nel nostro cuore alberga profondo inesauribile un desiderio mai veramente saziato.
Un desiderio di pienezza che rischiamo di ignorare o di spegnere riempiendoci la vita di falsi bisogni. In noi abita una scintilla divina che ci distingue da ogni altra creatura e che rivela la nostra dignità: siamo fatti per Dio e solo in Dio il nostro cuore trova pace. Gesù invita la folla che lo vuole fare re a non fermarsi all’apparenza. Se anche la loro fame, ora, è saziata, la fame più profonda, quella dell’anima e ancora tutta da saziare. Gesù può dare loro quel pane ma, per ottenerlo, essi devono uscire dalla loro logica e credere in colui che Dio ha mandato. Il discorso si fa stringente e la folla è perplessa: chi pretende di essere questo tale che si dichiara capace di soddisfare il bisogno più intimo e profondo che abita nel cuore dell’uomo?
Chiedono un segno, un altro! Hanno appena visto sfamare una folla immensa a partire dal nulla e ancora chiedono un segno! Davvero non siamo mai soddisfatti…
Fonte lachiesa.it