Categorie: Verbum Domini

Vangelo (29 febbraio) Nessun profeta è bene accetto nella sua patria

Lc 4,24-30
Gesù come Elìa ed Elisèo è mandato non per i soli Giudei.

In quel tempo, Gesù [cominciò a dire nella sinagoga a Nàzaret:] «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidóne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

Profeta rifiutato, combattuto, osteggiato è Geremia. Il suo spirito soffre il rifiuto da parte del popolo. La sua anima sente l’ostilità. Lui vive un tormento perenne. Vorrebbe non parlare, non profetizzare, non vivere la sua missione. Essa crea scompiglio alla sua vita. Turba la sua pace. Provoca sempre opposizione minacce, guerra contro di lui.

Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre; mi hai fatto violenza e hai prevalso. Sono diventato oggetto di derisione ogni giorno; ognuno si beffa di me. Quando parlo, devo gridare, devo urlare: «Violenza! Oppressione!». Così la parola del Signore è diventata per me causa di vergogna e di scherno tutto il giorno. Mi dicevo: «Non penserò più a lui, non parlerò più nel suo nome!». Ma nel mio cuore c’era come un fuoco ardente, trattenuto nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo. Sentivo la calunnia di molti: «Terrore all’intorno! Denunciatelo! Sì, lo denunceremo». Tutti i miei amici aspettavano la mia caduta: «Forse si lascerà trarre in inganno, così noi prevarremo su di lui, ci prenderemo la nostra vendetta». Ma il Signore è al mio fianco come un prode valoroso, per questo i miei persecutori vacilleranno e non potranno prevalere; arrossiranno perché non avranno successo, sarà una vergogna eterna e incancellabile (Ger 20,7-18).

Anche Gesù è rifiutato, non accettato. Qual è la differenza con il profeta Geremia? Essa è differenza di santità. Gesù fin dalla più tenera età, da quando è stato portato al tempio di Gerusalemme, ha iniziato una crescita armoniosa nella sapienza e nella grazia: “Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui. (Lc 2,39-40). E ancora a dodici anni: “E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini” (Lc 2,52). Questa crescita armoniosa fa sì che Gesù pur essendo sempre perseguitato, mai è abbattuto. Vale per Cristo Signore infinitamente di più di quanto Paolo dice per se stesso.

“Ci presentiamo con molta fermezza: nelle tribolazioni, nelle necessità, nelle angosce, nelle percosse, nelle prigioni, nei tumulti, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni; con purezza, con sapienza, con magnanimità, con benevolenza, con spirito di santità, con amore sincero, con parola di verità, con potenza di Dio; con le armi della giustizia a destra e a sinistra; nella gloria e nel disonore, nella cattiva e nella buona fama; come impostori, eppure siamo veritieri; come sconosciuti, eppure notissimi; come moribondi, e invece viviamo; come puniti, ma non uccisi; come afflitti, ma sempre lieti; come poveri, ma capaci di arricchire molti; come gente che non ha nulla e invece possediamo tutto! (2Cor 6,4-10).


La santità dona alla sofferenza per il Vangelo pace interiore, serenità, gioia, perché si vede in pienezza di verità e di giustizia la volontà di Dio e la si vuole compiere tutta, senza nulla tralasciare di essa. Nella santità corpo e spirito diventano forti, difficilmente si trasformano in strumento di tentazione per l’anima. Questa ha il pieno governo dell’esterno perché forte nel suo interno. La sua altissima santità permette a Gesù di avere solo tentazioni dall’esterno. Il suo intimo è forte. Solo in un momento sentì la tristezza. Nell’Orto degli Ulivi pregò e subito ne uscì vittorioso.

Gesù non si turba per questo rifiuto dei suoi concittadini. Si mette subito in cammino e si dirige altrove. È questa la potente forza della santità, frutto in Lui della sua costante, ininterrotta crescita in sapienza e grazia. Senza crescita non c’è fortezza. Senza fortezza si è preda dello sconforto, dello scoraggiamento, della tentazione.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, aiutateci nella nostra crescita.

Commento del Movimento Apostolico

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