Categorie: Verbum Domini

Vangelo (29 Luglio) Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose

Lc 10,38-42
Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose

In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

L’Ascolto di Dio, di Gesù, dello Spirito Santo, della Madre Celeste, della Chiesa, è fondamentale perché si possa conoscere ciò che il Signore vuole da noi. Leggiamo solo alcuni passi della Scrittura e comprenderemo quanto sia vitale l’ascolto di Dio.

Mosè fece partire Israele dal Mar Rosso ed essi avanzarono verso il deserto di Sur. Camminarono tre giorni nel deserto senza trovare acqua. Arrivarono a Mara, ma non potevano bere le acque di Mara, perché erano amare. Per questo furono chiamate Mara. Allora il popolo mormorò contro Mosè: «Che cosa berremo?». Egli invocò il Signore, il quale gli indicò un legno. Lo gettò nell’acqua e l’acqua divenne dolce. In quel luogo il Signore impose al popolo una legge e un diritto; in quel luogo lo mise alla prova. Disse: «Se tu darai ascolto alla voce del Signore, tuo Dio, e farai ciò che è retto ai suoi occhi, se tu presterai orecchio ai suoi ordini e osserverai tutte le sue leggi, io non t’infliggerò nessuna delle infermità che ho inflitto agli Egiziani, perché io sono il Signore, colui che ti guarisce!» (Es 15,22-26).

Mosè salì verso Dio, e il Signore lo chiamò dal monte, dicendo: «Questo dirai alla casa di Giacobbe e annuncerai agli Israeliti: “Voi stessi avete visto ciò che io ho fatto all’Egitto e come ho sollevato voi su ali di aquile e vi ho fatto venire fino a me. Ora, se darete ascolto alla mia voce e custodirete la mia alleanza, voi sarete per me una proprietà particolare tra tutti i popoli; mia infatti è tutta la terra! Voi sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa”. Queste parole dirai agli Israeliti». Mosè andò, convocò gli anziani del popolo e riferì loro tutte queste parole, come gli aveva ordinato il Signore. Tutto il popolo rispose insieme e disse: «Quanto il Signore ha detto, noi lo faremo!». Mosè tornò dal Signore e riferì le parole del popolo. Il Signore disse a Mosè: «Ecco, io sto per venire verso di te in una densa nube, perché il popolo senta quando io parlerò con te e credano per sempre anche a te» (Es 19,3-9). 

Perciò, ecco, io la sedurrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore. Le renderò le sue vigne e trasformerò la valle di Acor in porta di speranza. Là mi risponderà come nei giorni della sua giovinezza, come quando uscì dal paese d’Egitto. E avverrà, in quel giorno – oracolo del Signore – mi chiamerai: “Marito mio”, e non mi chiamerai più: “Baal, mio padrone”. Le toglierò dalla bocca i nomi dei Baal e non saranno più chiamati per nome (Cfr. Os 2,1-25). 

Per ascoltare il Signore, occorre che si lasci ogni occupazione della mente, del cuore, dell’anima. Mai si potrà ascoltare il nostro Dio con pensieri, propositi, progetti, decisioni già prese. Si ascolta il Signore come brocche vuote, otri senza contenuto in essi. Ci si spoglia di tutto, ci si mette al suo cospetto, gli si chiede semplicemente di parlare: “Parla, o Signore, che il tuo servo ti ascolta”. Noi spesso siamo come Marta. Non andiamo dinanzi al Signore perché Lui possa parlare al nostro cuore. Andiamo perché sia Lui a dare valore a quello che stiamo facendo. Marta vuole essere confortata, aiutata, sorretta nel suo affanno e nella sua agitazione. Gesù non è venuto per confortare affanni e agitazione, ma per liberarci da essi. Spesso però Lui non può parlare, perché il nostro cuore è troppo progettato perché possa accogliere il progetto di Dio su di esso. Parliamo noi stoltamente a Lui e anche stoltamente lo preghiamo.




Marta rivolge al Signore una preghiera stolta, insipiente, vuota. Mai essa potrà essere ascoltata. Il suo cuore è progettato. La sua vita è già impegnata. Lei ha già scelto cosa fare e cosa non fare. Cristo non le serve perché parli il suo cuore e manifesti tutte le esigenze del suo amore puro, santo, vergine, casto, fatto solo di purissima volontà del Padre suo. Le serve invece per dare man forte alle sue esigenze. Maria ha un cuore tutto libero, privo di affanni, non agitato, vuoto. Gesù lo può riempire della sua volontà. Può scrivere in esso i suoi pensieri che sono pensieri del padre.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, riempite il nostro cuore di Dio.



Commento del Movimento Apostolico

Guarda i commenti

  • mi ritrovo in tutto nella figura di Marta,affannata e preoccupata anche se non per mia scelta.Il mio pregare è un chiedere a Dio di occuparsi insieme a me dei miei affari perché solo Lui mi può aiutare.Lui invece mi chiede di fermarmi,di contemplarlo ed ascoltarlo ed io mi chiedo:se mi fermo chi si occuperà delle mie cose?Delle persone e delle situazioni che sono sotto la mia responsabilità?

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