Amerai il Signore tuo Dio, e il tuo prossimo come te stesso.
In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
Il Signore si lascia interrogare da tutti: scribi, farisei, sommi sacerdoti, sadducei, anziani del popolo, sinedrio, Pilato, discepoli, persone semplici, ammalati, figli di Abramo e anche figli delle Genti. A tutti, anche a Pilato, il Governatore di Roma, Lui ha sempre risposto. Mai si è sottratto ad una sola domanda. Solo non ha dato il segno chiestogli per attestare la sua verità, la sua missione, il suo essere da Dio. Non lo ha dato perché non era stato chiesto come segno di fede, ma di non fede, per avvalorare la loro incredulità. A nessuno Gesù ha negato la sua parola di luce.
Un uomo di Dio può dare risposta a chiunque chiede, di qualsiasi fede politica, religiosa, sociale, economica, filosofica. Una cosa sola non deve mai fare: rispondere in modo equivoco, superficiale, ingannevole, ambiguo, parziale, inesatto. Il suo linguaggio deve essere sempre corrispondente alla verità di Dio, non a questa o a quell’altra verità parzialmente presa, ma alla verità totale della Rivelazione. Mai si deve sostituire la verità di Dio con il proprio pensiero, desiderio, volontà, aspirazione. L’uomo di Dio, chiunque esso sia, non parla mai in nome proprio, parla sempre in nome di Dio.
Chi parla per ministero in nome di Dio, deve necessariamente rispettare il Dio nel cui nome parla. Vale per tutti quanto il Signore dice dei leviti attraverso il profeta Malachia. Questo monito severo va sempre ricordato. Una parola parziale provoca disastri.
Ora a voi questo monito, o sacerdoti. Se non mi ascolterete e non vi darete premura di dare gloria al mio nome, dice il Signore degli eserciti, manderò su voi la maledizione e cambierò in maledizione le vostre benedizioni. Anzi le ho già cambiate, perché nessuno tra voi se ne dà premura. Ecco, io spezzerò il vostro braccio e spanderò sulla vostra faccia escrementi, gli escrementi delle vittime immolate nelle vostre feste solenni, perché siate spazzati via insieme con essi. Così saprete che io ho diretto a voi questo monito, perché sussista la mia alleanza con Levi, dice il Signore degli eserciti. La mia alleanza con lui era alleanza di vita e di benessere, che io gli concessi, e anche di timore, ed egli mi temette ed ebbe riverenza del mio nome. Un insegnamento veritiero era sulla sua bocca né c’era falsità sulle sue labbra; con pace e rettitudine ha camminato davanti a me e ha fatto allontanare molti dal male. Infatti le labbra del sacerdote devono custodire la scienza e dalla sua bocca si ricerca insegnamento, perché egli è messaggero del Signore degli eserciti. Voi invece avete deviato dalla retta via e siete stati d’inciampo a molti con il vostro insegnamento; avete distrutto l’alleanza di Levi, dice il Signore degli eserciti. Perciò anche io vi ho reso spregevoli e abietti davanti a tutto il popolo, perché non avete seguito le mie vie e avete usato parzialità nel vostro insegnamento (Mal 2,1-9).
Oggi dobbiamo confessare che vi è molta approssimazione, superficialità, eresia, ambiguità, distorsione della verità, parzialità. Soprattutto non vi è il fondamento soprannaturale di quanto affermiamo. Privare una nostra affermazione del suo fondamento soprannaturale è trasformare la religione in sociologia e il ministero sacro in servizio sindacale. Il ministro sacro è difensore dei diritti di Dio e difendendo i diritti di Dio difenderà sempre i diritti dell’uomo. È Dio il fondatore di ogni diritto umano.
Lo scriba chiede a Gesù qual è il primo comandamento. Gesù gli risponde che i comandamenti dati da Dio sono due: amore verso Dio e amore verso il prossimo. Non però secondo la volontà dell’uomo, ma secondo la volontà di Dio. È Dio il Signore che comanda come deve essere amato Lui e come deve essere amato il prossimo. Dio è insieme Autore della Legge dell’amore, ma anche la sorgente cui attingere ogni amore vero, puro, santo. Senza Dio, nessun amore sarà possibile. Lui è la nostra carità.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, immergeteci in Dio carità.
Commento del Movimento Apostolico
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