In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».
Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».
Da quando l’uomo esiste sulla terra, creato ad immagine e somiglianza del suo Creatore, sempre il Signore è entrato in relazione con lui per rivelazione, parola, manifestazione. Oggi il Signore rivela a Giovanni che Gesù è l’Agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo. Comprendiamo questa altissima verità, solo leggendo quanto è scritto nel Libro del profeta Isaia. Gesù toglie il peccato, espiandolo.
Ecco, il mio servo avrà successo, sarà onorato, esaltato e innalzato grandemente. Come molti si stupirono di lui – tanto era sfigurato per essere d’uomo il suo aspetto e diversa la sua forma da quella dei figli dell’uomo -, così si meraviglieranno di lui molte nazioni; i re davanti a lui si chiuderanno la bocca, poiché vedranno un fatto mai a essi raccontato e comprenderanno ciò che mai avevano udito. Chi avrebbe creduto al nostro annuncio? A chi sarebbe stato manifestato il braccio del Signore? È cresciuto come un virgulto davanti a lui e come una radice in terra arida. Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per poterci piacere.
Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia; era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori; e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti.
Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca. Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo; chi si affligge per la sua posterità? Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi, per la colpa del mio popolo fu percosso a morte. Gli si diede sepoltura con gli empi, con il ricco fu il suo tumulo, sebbene non avesse commesso violenza né vi fosse inganno nella sua bocca. Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori. Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione, vedrà una discendenza, vivrà a lungo, si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.
Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce e si sazierà della sua conoscenza; il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà le loro iniquità. Perciò io gli darò in premio le moltitudini, dei potenti egli farà bottino, perché ha spogliato se stesso fino alla morte ed è stato annoverato fra gli empi, mentre egli portava il peccato di molti e intercedeva per i colpevoli (Is 52,13-53,12).
Solo per rivelazione questa profezia può essere riferita a Gesù. Ma anche solo per parola che da Dio giunge all’orecchio di Giovanni, si può testimoniare che è Gesù il Messia del Signore, il suo Cristo, colui che battezza nello Spirito Santo. Tutto si conosce per rivelazione e manifestazione del Signore. Anche l’intelligenza della Scrittura e della rivelazione avviene per illuminazione e ispirazione dello Spirito Santo.
Giovanni può essere vero testimone di Cristo Signore perché perennemente avvolto dalla potente luce dello Spirito di Dio. È lo Spirito che a lui rivela chi è Gesù e quale è la sua vera missione. È lo Spirito che gli parla e gli dona il segno, attraverso il quale saprà chi tra tutti gli uomini che verranno al suo battesimo sarà l’Unto di Dio.
Quando si parla male o in modo non appropriato o distorto o falso o menzognero di Cristo Gesù è segno che vi è separazione dallo Spirito Santo. Solo lo Spirito conosce Gesù e solo per Lui si può parlare bene del nostro Salvatore. Per essere nello Spirito si deve dimorare nella Parola. Si ama la Parola, la si vive, si conosce Gesù.
Madre di Dio, Angeli, Santi, colmateci di Spirito Santo per parlare degnamente di Gesù.
Commento a cura del Movimento Apostolico
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