Categorie: Verbum Domini

Vangelo (3 novembre) Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori…

Lc 14,1-6
Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?

Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisìa. Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: «È lecito o no guarire di sabato?». Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò. Poi disse loro: «Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?». E non potevano rispondere nulla a queste parole.

Gesù è luce purissima di sapienza. Lui è la sapienza eterna del Padre. Di Lui parla la Scrittura quando descrive la bellezza della sapienza, quando ne narra la magnificenza.

La sapienza forse non chiama e l’intelligenza non fa udire la sua voce? In cima alle alture, lungo la via, nei crocicchi delle strade si apposta, presso le porte, all’ingresso della città, sulle soglie degli usci essa grida: «A voi, uomini, io mi rivolgo, ai figli dell’uomo è diretta la mia voce. Imparate, inesperti, la prudenza e voi, stolti, fatevi assennati.

Ascoltate, perché dirò cose rilevanti, dalle mie labbra usciranno sentenze giuste, perché la mia bocca proclama la verità e l’empietà è orrore per le mie labbra. Tutte le parole della mia bocca sono giuste, niente in esse è tortuoso o perverso; sono tutte chiare per chi le comprende e rette per chi possiede la scienza. Accettate la mia istruzione e non l’argento, la scienza anziché l’oro fino, perché la sapienza vale più delle perle e quanto si può desiderare non l’eguaglia. Io, la sapienza, abito con la prudenza e possiedo scienza e riflessione. Temere il Signore è odiare il male: io detesto la superbia e l’arroganza, la cattiva condotta e la bocca perversa. A me appartengono consiglio e successo, mia è l’intelligenza, mia è la potenza. Per mezzo mio regnano i re e i prìncipi promulgano giusti decreti; per mezzo mio i capi comandano e i grandi governano con giustizia. Io amo coloro che mi amano, e quelli che mi cercano mi trovano. Ricchezza e onore sono con me, sicuro benessere e giustizia. Il mio frutto è migliore dell’oro più fino, il mio prodotto è migliore dell’argento pregiato. Sulla via della giustizia io cammino e per i sentieri dell’equità, per dotare di beni quanti mi amano e riempire i loro tesori.

Il Signore mi ha creato come inizio della sua attività, prima di ogni sua opera, all’origine. Dall’eternità sono stata formata, fin dal principio, dagli inizi della terra. Quando non esistevano gli abissi, io fui generata, quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d’acqua; prima che fossero fissate le basi dei monti, prima delle colline, io fui generata, quando ancora non aveva fatto la terra e i campi né le prime zolle del mondo. Quando egli fissava i cieli, io ero là; quando tracciava un cerchio sull’abisso, quando condensava le nubi in alto, quando fissava le sorgenti dell’abisso, quando stabiliva al mare i suoi limiti, così che le acque non ne oltrepassassero i confini, quando disponeva le fondamenta della terra, io ero con lui come artefice ed ero la sua delizia ogni giorno: giocavo davanti a lui in ogni istante, giocavo sul globo terrestre, ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo. Ora, figli, ascoltatemi: beati quelli che seguono le mie vie! Ascoltate l’esortazione e siate saggi, non trascuratela! Beato l’uomo che mi ascolta, vegliando ogni giorno alle mie porte, per custodire gli stipiti della mia soglia. Infatti, chi trova me trova la vita e ottiene il favore del Signore; ma chi pecca contro di me fa male a se stesso; quanti mi odiano amano la morte» (Pro 8,1-36).

La verità che oggi Gesù insegna è somma, perenne, immortale. Non si può interpretare la Legge del Signore, che è il frutto della sapienza eterna, senza la sua sapienza che governa il nostro cuore, illumina la nostra mente, muove la nostra volontà. L’uomo è stoltezza per peccato, perché così si è fatto. Tutto ciò che tocca lo trasforma in stoltezza. Anche la purezza della Legge ha trasformato in stoltezza. È questo il segno che è privo della sapienza. Questa però non matura sulla nostra terra. Non la si trova nei libri di questo mondo. Essa è un perenne dono sempre attuale del Padre dei cieli a coloro che umilmente gliene fanno richiesta. Poiché ogni attimo deve essere vissuto con sapienza di amore e di verità, per ogni attimo va chiesta al Signore la sapienza.

Gesù vive in mezzo ad un popolo stolto, insensato, insipiente. Spesso questo popolo è anche malvagio. Non solo non conosce secondo verità, alla verità si oppone, la verità rifiuta. Contro la verità si scaglia. La sua opposizione è così sorda da desiderare anche la morte di Gesù, il portatore in esso della vera sapienza e saggezza. È un popolo corrotto nella mente e nel cuore. Non vede il vero bene. Non lo desidera. Non lo cerca.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, insegnateci la vera sapienza.



Commento a cura del Movimento Apostolico

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