Verbum Domini

Vangelo (31 Agosto 2018): Ecco lo sposo, andategli incontro!

Mt 25,1-13
Ecco lo sposo! Andategli incontro!

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».

È strano, anzi incomprensibile l’abisso di verità che regna tra il Vangelo e il pensiero dei discepoli di Gesù. Il Vangelo dice una cosa e i cristiani l’esatto contrario. A poco a poco ci stiamo sbarazzando del Vangelo, ritenuto da molti più che un vecchio otre logorato dagli anni e incapace di contenere il vino artefatto delle moderne antropologie, psicologie, scienze di ogni estrazione, filosofie di ogni tendenza, ideologie sfornate con frenesia e irrequietezza, fresche di giornata. Se il Vangelo viene abolito come struttura essenziale del pensiero cristiano, anche Cristo Gesù sarà abolito. È una logica e necessaria conseguenza. Senza Cristo e senza Vangelo si cade nella barbarie umana.



Gesù dice che se verremo trovati senza olio nella lampada verremo esclusi dal banchetto eterno nel quale si celebrano le nozze del Figlio del Re. Noi invece diciamo che tutti saremo accolti in Paradiso. Anzi, aggiungiamo qualcosa in più. Asseriamo che l’inferno è vuoto. Questa affermazione non è dei cristiani semplici, sprovveduti, carenti di ogni istruzione religiosa. Essa invece è fatta dai grandi luminari della teologia, della pastorale, della catechesi. Personalmente ho sentito anche pastori della Chiesa sostenere questo pensiero nefasto. Addirittura qualcuno osava anche insegnare che al momento della morte, ad ogni uomo il Signore darà la possibilità di scegliere dove andare: se all’inferno o al paradiso. Al di là della grande stoltezza di un tale insegnamento, chi è quell’uomo che dinanzi al fuoco eterno e alla gioia eterna, sarebbe pronto a rinunciare al gaudio del Paradiso per andare ad arrostire per l’eternità? Nessun uomo è talmente stolto da preferire l’inferno al paradiso.

È l’olio nella lampada che ci dona l’accesso al Paradiso. Ma cosa è esattamente l’olio? Esso è composto da ogni nostra opera buona. Come per fare del buon olio non è sufficiente avere poche olive, ma esse dovranno essere molte, così dicasi per le opere buone. Dovranno essere la nostra stessa vita. Più ne facciamo e più il nostro olio sarà consistente, ottimo per illuminare il nostro Sposo eterno. L’opera delle opere è senz’altro la carità. Non però vissuta solo come elemosina, ma come veste del cuore, dell’anima, dello spirito, del corpo, secondo il purissimo insegnamento di San Paolo.

La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta (1Cor 13,4-7). 

Chi vive la carità secondo questo insegnamento di certo accompagnerà per l’eternità Cristo Signore e gioirà di Lui. Gusterà il banchetto della vita con gusto sempre nuovo.

Gesù ha parlato. A noi la scelta. Credere in Cristo o credere ai suoi teologici, ai suoi maestri, ai suoi dottori? Sappiamo che Cristo ha parlato a noi dal seno del Padre. Noi però non sappiamo da quale seno parlano i teologi: se dal seno di Cristo o dal seno del diavolo. Per non correre alcun pericolo, noi ci fidiamo solo di Cristo Gesù. Altri a loro rischio eterno si fidino di chi vogliono. Nel Paradiso entrano le lampade piene di olio.

Commento del Movimento Apostolico

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