Verbum Domini

Vangelo (4 Giugno 2018) Presero il figlio amato, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna.

Mc 12,1-12
Presero il figlio amato, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna.

In quel tempo, Gesù si mise a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti, agli scribi e agli anziani]: «Un uomo piantò una vigna, la circondò con una siepe, scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Al momento opportuno mandò un servo dai contadini a ritirare da loro la sua parte del raccolto della vigna. Ma essi lo presero, lo bastonarono e lo mandarono via a mani vuote. Mandò loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla testa e lo insultarono. Ne mandò un altro, e questo lo uccisero; poi molti altri: alcuni li bastonarono, altri li uccisero. Ne aveva ancora uno, un figlio amato; lo inviò loro per ultimo, dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma quei contadini dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e l’eredità sarà nostra”. Lo presero, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna. Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e farà morire i contadini e darà la vigna ad altri. Non avete letto questa Scrittura: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”?». E cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla; avevano capito infatti che aveva detto quella parabola contro di loro. Lo lasciarono e se ne andarono.

L’autonomia, l’indipendenza da Dio è la religione nella religione. Apparentemente, strutturalmente si vive in un apparato religioso, essenzialmente si è però senza alcun legame con Dio, il soprannaturale, il trascendente, l’obbedienza alla divina volontà. Si vive quell’ateismo di religione che è la piaga dell’umanità. Nessuna religione, nessuna fede, nessuna credenza ne è immune. Tutte possono essere infettate.

Israele era l’unico popolo della terra scelto da Dio in Abramo come portatore nel mondo della vera fede. Questo popolo si era legato al suo Dio con un patto. La legge da osservare era una sola: camminare sempre alla presenza del Signore, ascoltando la sua voce, non quella di ieri soltanto, ma soprattutto quella di oggi, attraverso la quale esso non solo veniva guidato, ma anche introdotto nel mistero del vero Dio, Creatore e Signore di tutta la terra. Questa legge non fu mai osservata dal popolo, vi era una resistenza, spesso una opposizione, eppure la religione, o forme esteriori, erano sempre lussureggianti. Il culto era stupendo. L’ascolto assente del tutto.

Il Signore manda i suoi profeti per ricordare al suo popolo le esigenze del patto, ma senza alcun successo. Chi veniva bastonato, chi percosso, chi ucciso. Il culto è ascolto. Non vi è altro vero culto. L’ascolto è dono del proprio cuore, della propria mente, del corpo, dello spirito, dell’anima. L’ascolto è consegna totale alla divina volontà. Quando il culto diviene solo opera e non dono di sé esso è semplicemente falso. Questi erano i frutti che il Signore chiedeva per mezzo dei profeti: l’ascolto della sua voce, l’osservanza del patto, nulla di più. Israele è stato però sempre sordo.

Viene Gesù, la Parola perfetta, santa, completa, cui nulla si potrà più aggiungere e nulla togliere, non nelle vesti del profeta, ma nella realtà eterna e incarnata di vero Figlio dell’Altissimo, viene per rivelare tutti i segreti dell’amore e della verità, della vita e della grazia, della santità e della misericordia del Padre e Israele altro non fa che decidere che debba essere ucciso fuori della vigna. Cosa che avvenne realmente fuori di Gerusalemme, sul monte Calvario. È questo il momento più tragico della sua storia. Il popolo chiamato a servire l’unico e solo vero Dio dell’universo, per sordità spirituale uccide il suo Dio, lo inchioda sopra una croce.



Gesù non solo rivela quale sarà la sua fine per mano degli uomini, profetizza anche quale sarà il risultato di questa loro opera. Essi lo scarteranno, lo dichiareranno pietra non utile per la costruzione della loro casa o religione ed hanno ben ragione di ritenerlo non utile. Gesù non è pietra della religione nella religione, della religione atea. Lui è la Parola sulla quale dovrà essere costruita ogni vera fede, ogni vera religione. Per questo il Padre lo costituisce pietra angolare, pietra di stabilità, fermezza, sicurezza di tutta la sua Casa di fede. Noi però stiamo andando oltre gli eventi tragici della storia di Gesù. Noi spesso usiamo Cristo proprio come pietra per la nostra falsa, atea religione.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci veri ascoltatori di Gesù.



Commento del Movimento Apostolico

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