Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
Gesù non vuole trattarci come servi. Vuole instaurare con noi una vera relazione di amicizia. Vuole essere con noi un solo cuore, una sola anima, un solo spirito, un solo corpo. San Paolo ha compreso così fortemente questa volontà di Gesù e ciò che si realizza nel sacramento del battesimo che giunge ad affermare, in pienezza di verità, che se il cristiano frequenta una prostituta, lui fa prostituire il corpo di Gesù. È una verità terrificante. Si fa del corpo di Cristo, sacramento di salvezza, uno strumento di peccato. Non vi è sacrilegio più grande di questo. Se è peccato gravissimo profanare le sacre specie, ancora più grave è profanare il corpo di Gesù attraverso il corpo del cristiano. Il corpo di Cristo è santo e santo va conservato in ogni suo discepolo.
«Tutto mi è lecito!». Sì, ma non tutto giova. «Tutto mi è lecito!». Sì, ma non mi lascerò dominare da nulla. «I cibi sono per il ventre e il ventre per i cibi!». Dio però distruggerà questo e quelli. Il corpo non è per l’impurità, ma per il Signore, e il Signore è per il corpo. Dio, che ha risuscitato il Signore, risusciterà anche noi con la sua potenza. Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Prenderò dunque le membra di Cristo e ne farò membra di una prostituta? Non sia mai! Non sapete che chi si unisce alla prostituta forma con essa un corpo solo? I due – è detto – diventeranno una sola carne. Ma chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito. State lontani dall’impurità! Qualsiasi peccato l’uomo commetta, è fuori del suo corpo; ma chi si dà all’impurità, pecca contro il proprio corpo. Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo, che è in voi? Lo avete ricevuto da Dio e voi non appartenete a voi stessi. Infatti siete stati comprati a caro prezzo: glorificate dunque Dio nel vostro corpo! (1Cor 6,12-20).
L’amicizia con Cristo Signore si fonda sulla perfetta conformazione a Lui nell’obbedienza, nella missione, nella sofferenza, nella morte, nella risurrezione. Più si diventa come Lui, e più il suo cuore si riversa nel nostro, aprendosi ad ogni confidenza, ogni rivelazione. La conoscenza di Lui non avviene perché si entra in possesso della scienza delle Scritture. Queste ci dicono una verità di ieri. Ci mostrano chi è stato Gesù e cosa ha detto. Esse non contengono il suo cuore di oggi. Oggi il Signore vuole svelarci il suo cuore, i suoi desideri, le sue aspirazioni, la sua volontà. Oggi ci vuole manifestare le sue ansie di salvezza e di redenzione. Se non diveniamo suoi amici, questo mai potrà avvenire. Allora cammineremo su due strade contrapposte. Una è la sua e una è la nostra. Faremo una pastorale che è la nostra e non la sua. Vivremo una vita che è la nostra e non è la sua. Se la nostra vita non diviene la sua, mai la potrà assumere per renderla strumento oggi della sua salvezza.
L’unità con Cristo deve essere così perfetta da permettergli che Lui possa produrre ogni frutto di grazia e di verità come se fossimo noi quel corpo da Lui assunto dalla Vergine Maria. La nostra unione con Lui dovrebbe essere tutto come una seconda incarnazione. Certo le differenze con il corpo assunto dalla Madre sono infinite. Tuttavia quanto a frutti dovrebbero essere gli stessi. La nostra assunzione in Lui deve essere dell’anima, dello spirito, del corpo, dei desideri, della volontà, del cuore. Niente che è nostro deve rimanere nostro. Tutto ciò che è nostro deve divenire suo. Chi vuole essere vero amico di Gesù deve consegnarsi a Lui allo stesso modo che Lui si è consegnato al Padre e allo Spirito Santo. Questa consegna non avviene una volta per sempre. Deve essere fatta attimo per attimo, momento per momento. A volte occorre anche una preghiera forte, intensa, come la sua nell’Orto degli Ulivi, perché si possa compiere la sua volontà. In questa amicizia Lui vive in noi e per noi salva il mondo.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci veri amici di Gesù.
Commento del Movimento Apostolico
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