Categorie: Verbum Domini

Vangelo (4 Novembre) Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato

Lc 14,1.7-11
Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato.

Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cèdigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato». Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

Ed essi stavano a osservarlo

Ognuno è obbligato ad amare secondo la ricchezza interiore ed esteriore con la quale è stato gratificato dal Signore. Un presbitero non può amare da laico. Sarebbe un amore contro natura, allo stesso modo che Dio non può amare da uomo, sarebbe contro la sua natura. Cristo Gesù che è vero Dio e vero uomo ci ama con amore perfetto sia divino che umano. Per questo Lui ci può salvare: perché la sua grazia è infinita e lo Spirito Santo che Lui versa sulla terra, dona vita ad ogni uomo.

Questa verità ne postula un’altra. Ognuno deve essere amato secondo la sua particolare natura. Dio deve essere amato sempre come Dio, come il Signore, il Creatore, il Salvatore, il Redentore, la Fonte, la Sorgente di ogni amore, ogni grazia, ogni verità. Infatti Lui va amato con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le forze, con tutto se stessi. L’amore per Lui è purissima obbedienza ad ogni suo comando. L’amore verso di Lui ha la preminenza sopra ogni altro amore.

Ma cosa significa amare l’uomo secondo la natura dell’uomo? Significa che ogni uomo differisce da ogni altro uomo anche per ministero, responsabilità, missione, acquisizione di una nuova natura. Poiché vi è non uguaglianza nell’essere, necessariamente vi dovranno essere differenti modalità di amare. Un Papa va amato da Papa. Lui è Vicario di Cristo Gesù. Pastore di tutta la Chiesa. Non lo si può amare come un compagno di banco, come un amico.
Differente deve essere l’amore per un Vescovo, un Presbitero.

Un uomo sposato dovrà essere amato da uomo sposato. Non si può vivere con lui una relazione anche amicale come se fosse persona senza alcun legame matrimoniale. Questo vale anche per una donna. Così dicasi per un padre e una madre. Quest’amore Dio lo ha codificato in un comandamento: “Onora il padre e la madre”.

Anche le dignità politiche, giudiziarie, scientifiche vanno amate secondo la specifica dignità da essi ricoperta.

È contro la religione uniformare l’amore. La dignità della persona è anche composta dal ministero, dalla responsabilità, dall’ufficio, dal lavoro che esercita. Ogni dignità va rispettata. Gli invitati ad un banchetto non ricoprono tutti la stessa dignità e lo stesso ministero. Dare un posto di riguardo a chi è più alto in responsabilità e ministero non è mancanza verso gli altri invitati. È vero rispetto dell’uomo. Ogni uomo va amato secondo la sua particolare, specifica dignità. Tutti devono imparare che si ama così.

Gesù non è venuto per insegnare il galateo agli uomini. Non è questo il suo ministero. Lui non è un maestro di cerimonie della terra. Lui è però il vero Maestro della verità dell’uomo. È venuto ad insegnare ad ogni uomo che nell’altro vi è un mistero e che questo mistero va rispettato, amato. L’umiltà non è tanto privarsi del proprio mistero, quanto piuttosto di rispettare sempre il mistero altrui, che è sempre da Dio. Se avessimo i suoi stessi occhi di verità, capiremmo quanta stoltezza avvolge oggi la nostra società.

È una società senza mistero e di conseguenza è una società senza vita. Dove vi è assenza di rispetto, vi è anche assenza di amore e l’uomo oggi non sa amare perché non rispetta il mistero dei suoi fratelli. Sa solo mormorare, parlare male, criticare, denigrare, infangare. Si ama il mistero dell’altro, ponendosi al suo servizio perché lo possa svolgere al meglio delle sue possibilità. Così Cristo ci ha amati.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, insegnateci il vero amore.

Commento a cura del Movimento Apostolico

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