La vostra pace scenderà su di lui
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».
Gesù, mandando i suoi discepoli come agnelli in mezzo a lupi, di certo vuole significare la grandi difficoltà della missione evangelizzatrice. Ogni giorno la loro vita viene esposta a pericoli di ogni sorta. San Paolo nella Seconda Lettera ai Corinzi ricorda tutte le difficoltà da Lui subite per il Vangelo. Sono veramente innumerevoli.
Tuttavia, in quello in cui qualcuno osa vantarsi – lo dico da stolto – oso vantarmi anch’io. Sono Ebrei? Anch’io! Sono Israeliti? Anch’io! Sono stirpe di Abramo? Anch’io! Sono ministri di Cristo? Sto per dire una pazzia, io lo sono più di loro: molto di più nelle fatiche, molto di più nelle prigionie, infinitamente di più nelle percosse, spesso in pericolo di morte. Cinque volte dai Giudei ho ricevuto i quaranta colpi meno uno; tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta sono stato lapidato, tre volte ho fatto naufragio, ho trascorso un giorno e una notte in balìa delle onde. Viaggi innumerevoli, pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nella città, pericoli nel deserto, pericoli sul mare, pericoli da parte di falsi fratelli; disagi e fatiche, veglie senza numero, fame e sete, frequenti digiuni, freddo e nudità. Oltre a tutto questo, il mio assillo quotidiano, la preoccupazione per tutte le Chiese. Chi è debole, che anch’io non lo sia? Chi riceve scandalo, che io non ne frema? Se è necessario vantarsi, mi vanterò della mia debolezza. Dio e Padre del Signore Gesù, lui che è benedetto nei secoli, sa che non mentisco. A Damasco, il governatore del re Areta aveva posto delle guardie nella città dei Damasceni per catturarmi, ma da una finestra fui calato giù in una cesta, lungo il muro, e sfuggii dalle sue mani (2Cor 11,21-33).
Questo è però una parte della verità evangelica, l’altra parte viene dal profeta Isaia. La grazia di Cristo Gesù, che il missionario porta nel suo cuore, è talmente forte da convertire anche i lupi più famelici. Niente è impossibile a chi crede nella grazia.
Il lupo dimorerà insieme con l’agnello; il leopardo si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un piccolo fanciullo li guiderà. La mucca e l’orsa pascoleranno insieme; i loro piccoli si sdraieranno insieme. Il leone si ciberà di paglia, come il bue. Il lattante si trastullerà sulla buca della vipera; il bambino metterà la mano nel covo del serpente velenoso (Is 11,6-8). Prima che mi invochino, io risponderò; mentre ancora stanno parlando, io già li avrò ascoltati. Il lupo e l’agnello pascoleranno insieme, il leone mangerà la paglia come un bue, e il serpente mangerà la polvere, non faranno né male né danno in tutto il mio santo monte», dice il Signore (Is 65,24-25).
Di certo la valenza escatologica è forte in queste profezie, tuttavia dobbiamo credere che questi tempi futuri iniziano con la predicazione del Vangelo. Esso è potenza di Dio che cambia il cuore del lupo e lo fa divenire cuore di agnello per l’opera missionaria del discepolo di Gesù. Senza questa fede non si può andare nel mondo. Ci penseremmo degli sconfitti, dei derelitti, dei condannati a morte ancor prima di iniziare la missione.
Gesù vuole che i suoi discepoli abbiamo una fede invincibile nel loro cuore. Come Mosè con la fede piegò il faraone, così il discepolo con la sua fede può cambiare il cuore di ogni lupo. È questa la sua potenza di grazia e di verità. Lui può togliere il cuore del diavolo da un uomo e al suo posto mettere il cuore di Cristo Gesù.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, ricolmateci di grande fede.
Commento del Movimento Apostolico
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