Verbum Domini

Vangelo (6 Luglio 2018) Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori.

Mt 9,9-13

Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Misericordia io voglio e non sacrifici.

In quel tempo, mentre andava via, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».

Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte

Il mistero dell’uomo è la sua vocazione e questa ha la sua sorgente nel cuore di Dio, il quale non ha schemi predefiniti. Passa e chiama con infinita ed eterna libertà. Il prima non conta, perché la vocazione è cambiamento totale di essere. Amos è questa verità.

Ecco ciò che mi fece vedere il Signore Dio: il Signore Dio chiamava a una lite per mezzo del fuoco che consumava il grande abisso e divorava la campagna. Io dissi: «Signore Dio, desisti! Come potrà resistere Giacobbe? È tanto piccolo». Il Signore allora si ravvide: «Neanche questo avverrà», disse il Signore Dio. Ecco ciò che mi fece vedere il Signore Dio: il Signore stava sopra un muro tirato a piombo e con un filo a piombo in mano. Il Signore mi disse: «Che cosa vedi, Amos?». Io risposi: «Un filo a piombo». Il Signore mi disse: «Io pongo un filo a piombo in mezzo al mio popolo, Israele; non gli perdonerò più. Saranno demolite le alture d’Isacco e saranno ridotti in rovina i santuari d’Israele, quando io mi leverò con la spada contro la casa di Geroboamo». Amasia, sacerdote di Betel, mandò a dire a Geroboamo, re d’Israele: «Amos congiura contro di te, in mezzo alla casa d’Israele; il paese non può sopportare le sue parole, poiché così dice Amos: “Di spada morirà Geroboamo, e Israele sarà condotto in esilio lontano dalla sua terra”». Amasia disse ad Amos: «Vattene, veggente, ritirati nella terra di Giuda; là mangerai il tuo pane e là potrai profetizzare, ma a Betel non profetizzare più, perché questo è il santuario del re ed è il tempio del regno». Amos rispose ad Amasia e disse: «Non ero profeta né figlio di profeta; ero un mandriano e coltivavo piante di sicomòro. Il Signore mi prese, mi chiamò mentre seguivo il gregge. Il Signore mi disse: Va’, profetizza al mio popolo Israele”». (Am 7,1-17).



Gesù passa, vede Levi seduto al banco delle imposte. Lo chiama per farne un suo Apostolo, un costruttore del Regno di Dio. Tutti i suoi amici peccatori vedono in questa sua vocazione che con Cristo c’è redenzione per tutti e accorrono in molti per farsi redimere da Gesù. La loro è una vocazione alla salvezza. Anche per loro il prima non conta più. Conta ora la sequela di Gesù che esige l’abbandono della vita di ieri.

I farisei non comprendono il mistero della vocazione alla salvezza e accusano Gesù di complicità con il mondo dei peccatori. Gesù risponde ricordando loro il profeta Osea.

“Venite, ritorniamo al Signore: egli ci ha straziato ed egli ci guarirà. Egli ci ha percosso ed egli ci fascerà. Dopo due giorni ci ridarà la vita e il terzo ci farà rialzare, e noi vivremo alla sua presenza. Affrettiamoci a conoscere il Signore, la sua venuta è sicura come l’aurora. Verrà a noi come la pioggia d’autunno, come la pioggia di primavera che feconda la terra”. Che dovrò fare per te, Èfraim, che dovrò fare per te, Giuda? Il vostro amore è come una nube del mattino, come la rugiada che all’alba svanisce. Per questo li ho abbattuti per mezzo dei profeti, li ho uccisi con le parole della mia bocca e il mio giudizio sorge come la luce: poiché voglio l’amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti. Ma essi come Adamo hanno violato l’alleanza; ecco, così mi hanno tradito. Gàlaad è una città di malfattori, macchiata di sangue. Come banditi in agguato una ciurma di sacerdoti assale e uccide sulla strada di Sichem, commette scelleratezze. Orribili cose ho visto a Betel; là si è prostituito Èfraim, si è reso immondo Israele. Anche a te, Giuda, io riserbo una mietitura, quando ristabilirò la sorte del mio popolo. (Os 6,1-11).



Ogni uomo di Dio deve mostrare ad ogni altro uomo la grandezza della misericordia del Signore. È questa la prima vocazione di ogni uomo. Senza questa, ogni altra vocazione è vanità, inutilità, stoltezza. È cosa umana e non divina, perché tutto ciò che viene da Dio ha un solo fine: insegnare ad ogni uomo come si ama, manifestandogli l’infinito amore che Dio ha per lui. I farisei non conoscono l’amore di Dio.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci misericordiosi come Dio.

Commento del Movimento Apostolico

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