In quel tempo, uno dei commensali, avendo udito questo, disse a Gesù: «Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!».
Gli rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò non posso venire”.
Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”.
Il servo disse: “Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”. Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia. Perché io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena”».
È verità divina. Dio vuole che ogni uomo sia salvato e giunga alla conoscenza della verità. È suo desiderio che tutti partecipino al banchetto della sapienza, della vita eterna, da Lui preparato per tutti i popoli. La salvezza non è per pochi. È per tutti.
La sapienza si è costruita la sua casa, ha intagliato le sue sette colonne. Ha ucciso il suo bestiame, ha preparato il suo vino e ha imbandito la sua tavola. Ha mandato le sue ancelle a proclamare sui punti più alti della città: «Chi è inesperto venga qui!». A chi è privo di senno ella dice: «Venite, mangiate il mio pane, bevete il vino che io ho preparato.
Abbandonate l’inesperienza e vivrete, andate diritti per la via dell’intelligenza» (Pr 9,1-6).
O voi tutti assetati, venite all’acqua, voi che non avete denaro, venite, comprate e mangiate; venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte. Perché spendete denaro per ciò che non è pane, il vostro guadagno per ciò che non sazia? Su, ascoltatemi e mangerete cose buone e gusterete cibi succulenti. Porgete l’orecchio e venite a me, ascoltate e vivrete (Is 55,1-3).
Preparerà il Signore degli eserciti per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati. Egli strapperà su questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli e la coltre distesa su tutte le nazioni. Eliminerà la morte per sempre. Il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto, l’ignominia del suo popolo farà scomparire da tutta la terra, poiché il Signore ha parlato. E si dirà in quel giorno: «Ecco il nostro Dio; in lui abbiamo sperato perché ci salvasse. Questi è il Signore in cui abbiamo sperato; rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza, poiché la mano del Signore si poserà su questo monte» (Is 25,6-10).
Tutti i messaggeri di Dio sono da Lui mandati nel mondo, ognuno con una sua particolare missione, per chiamare ogni uomo perché venga e gusti la cena eterna preparata da Dio per lui. La parabola che Gesù narra rivela questa suprema volontà del Padre suo. Questi non vuole che uno solo si perda e per questo manda ripetutamente, sempre, fino a che non verranno i cieli nuovi e la terra nuova persone che invitino, chiamino, senza mai stancarsi, perché la sala si riempia. È come se Dio non avesse altra gioia se non questa: vedere la sua sala piena di commensali. È questa la sua eterna felicità: comunicare la sua vita eterna al mondo intero.
La gioia di Dio si ferma dinanzi alla volontà dell’uomo. Questi può rifiutare l’invito. Può decidere di curare i suoi affari terreni. Può rinunciare di recarsi al banchetto della vita eterna. Questa verità del rifiuto dell’uomo è essenza, sostanza della rivelazione. Chiunque la dovesse abolire, cancellarla, sappia che nega la stessa verità ontologica dell’uomo, che è la sua stessa natura. L’uomo è questa possibilità: dire sì al suo Dio ma anche dire no. “Non voglio servirti. Non ti servirò”. Dinanzi alla volontà dell’uomo si ferma ogni dono di grazia, anche l’onnipotenza di Dio si paralizza.
I servi sono mandati. Chi ascolta l’invito e viene, gusterà il banchetto eterno della vita. Chi non viene, rimarrà nei suoi beni della terra che non potranno essere portati nell’eternità e lì sarà spoglio, vuoto, nudo. Soffrirà la fame e la sete in eterno. Questa verità non va cancellata. Chi la cancella pecca contro Dio e contro l’uomo.
Commento a cura del Movimento Apostolico
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