In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?».
Di per sé il Figlio dell’uomo non deve soffrire. Secondo la profezia di Daniele il Figlio dell’uomo raggiunge il trono di Dio e da Dio riceve onore, gloria, potere eterno.
Io continuavo a guardare, quand’ecco furono collocati troni e un vegliardo si assise. La sua veste era candida come la neve e i capelli del suo capo erano candidi come la lana; il suo trono era come vampe di fuoco con le ruote come fuoco ardente. Un fiume di fuoco scorreva e usciva dinanzi a lui, mille migliaia lo servivano e diecimila miriadi lo assistevano. La corte sedette e i libri furono aperti. Guardando ancora nelle visioni notturne, ecco venire con le nubi del cielo uno simile a un figlio d’uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui. Gli furono dati potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano: il suo potere è un potere eterno, che non finirà mai, e il suo regno non sarà mai distrutto (Dn 7,9-10.13-14).
E vidi, nella mano destra di Colui che sedeva sul trono, un libro scritto sul lato interno e su quello esterno, sigillato con sette sigilli. Vidi un angelo forte che proclamava a gran voce: «Chi è degno di aprire il libro e scioglierne i sigilli?». Ma nessuno né in cielo, né in terra, né sotto terra, era in grado di aprire il libro e di guardarlo. Io piangevo molto, perché non fu trovato nessuno degno di aprire il libro e di guardarlo. Uno degli anziani mi disse: «Non piangere; ha vinto il leone della tribù di Giuda, il Germoglio di Davide, e aprirà il libro e i suoi sette sigilli». Poi vidi, in mezzo al trono, circondato dai quattro esseri viventi e dagli anziani, un Agnello, in piedi, come immolato; aveva sette corna e sette occhi, i quali sono i sette spiriti di Dio mandati su tutta la terra.
Giunse e prese il libro dalla destra di Colui che sedeva sul trono. E quando l’ebbe preso, i quattro esseri viventi e i ventiquattro anziani si prostrarono davanti all’Agnello, avendo ciascuno una cetra e coppe d’oro colme di profumi, che sono le preghiere dei santi, e cantavano un canto nuovo: «Tu sei degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché sei stato immolato e hai riscattato per Dio, con il tuo sangue, uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione, e hai fatto di loro, per il nostro Dio, un regno e sacerdoti, e regneranno sopra la terra». E vidi, e udii voci di molti angeli attorno al trono e agli esseri viventi e agli anziani.
Il loro numero era miriadi di miriadi e migliaia di migliaia e dicevano a gran voce: «L’Agnello, che è stato immolato, è degno di ricevere potenza e ricchezza, sapienza e forza, onore, gloria e benedizione». Tutte le creature nel cielo e sulla terra, sotto terra e nel mare, e tutti gli esseri che vi si trovavano, udii che dicevano: «A Colui che siede sul trono e all’Agnello lode, onore, gloria e potenza, nei secoli dei secoli». E i quattro esseri viventi dicevano: «Amen». E gli anziani si prostrarono in adorazione (Ap 5,1-14).
Dietro questa figura – Figlio dell’uomo – vi sono le altre figure che Gesù unifica tutte. Tra queste vi è non solo quella del Giusto Sofferente, ma anche quella del Servo sofferente. Se le figure del Giusto Sofferente descrivono tutte le sofferenze del Giusto, quella del Servo Sofferente rivela il grande amore di Dio che ha messo sulle spalle del suo servo per la grande espiazione tutti i peccati del mondo. Lui soffre per amore. Soffre in espiazione. Soffre in sostituzione. La sua è vera espiazione vicaria.
Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, non perché Figlio dell’uomo, ma perché il Figlio dell’uomo è il Messia del Signore. La sofferenza è del Messia che è anche il Servo Sofferente. La sofferenza è la via, così come la croce è la scala, perché il Figlio dell’uomo giunga presso Dio e da Lui riceva onore, potere, gloria eterna. Una sola profezia non dice tutta la verità del Messia, di Gesù. Tutte le profezie rivelano chi è il Cristo. Oggi Gesù ci manifesta che vi è unità tra il Figlio dell’uomo e il Servo Sofferente del Signore. L’Apostolo Giovanni ci attesta che il Figlio dell’uomo, l’Agnello immolato, è costituito Signore, del Cielo e della terra. I sigilli della storia sono nelle sue mani.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci la piena verità di Gesù.
Commento a cura del Movimento Apostolico
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