In quel tempo, disse Gesù alla folla:
«Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete.
Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
Gesù vive di eterna relazione di obbedienza con il Padre. Lui è dal Padre, ma anche del Padre. La creazione è dal Padre, per mezzo del Verbo, ma rimane del Padre. Anche il gregge è del Padre. Il Padre lo dona a Cristo perché lo nutra di vita eterna e lo conduca alla beatitudine eterna. Tutto è del Padre, ma il Padre tutto ha posto nelle mani del Figlio. Nulla il Padre compie se non per mezzo del Figlio. È verità eterna. Senza questa verità non c’è fede evangelica. Essa va affermata con ogni forza.
Ricorreva allora a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente». Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola» (GV 10,22-30).
Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi.
Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo (Gv 17,6-14).
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero» (Mt 11,25-30).
Qual è la condizione perché il Figlio possa nutrire di vita eterna coloro che il Padre gli dona? La fede nella Persona, nella Parola, nelle opere del Figlio. Essi devono credere che Gesù è dal Padre, che le opere sono del Padre, che la Parola è del Padre. Devono credere che, se vogliono la vita eterna, se vogliono essere risuscitati nell’ultimo giorno, devono dimorare in questa fede e da essa mai uscire. È condizione essenziale eterna.
È contro il Vangelo operare una separazione tra il Padre e Cristo Gesù. È contro la volontà del Padre dichiarare Gesù inutile al dono della vita eterna e della risurrezione. È contro la verità rivelata volere andare a Dio escludendo Cristo dalla sua mediazione universale. È peccato contro lo Spirito Santo se alla non fede si aggiunge la volontà di togliere Cristo Gesù dal processo della salvezza eterna e della risurrezione.
Madre di Dio, Angeli, Santi, aiutate i cristiani a credere con fede vera in Cristo Gesù.
Commento a cura del Movimento Apostolico
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